Editoriali

La lezione di Berlusconi: investi su te stesso

Nel giorno del funerale di Silvio Berlusconi, mi sovviene un incontro con lui, in cui gli chiesi come avesse costruito il suo impero economico. La sua risposta fu:

“Quando pensiamo agli investimenti, spesso rivolgiamo la nostra attenzione a categorie come azioni, obbligazioni e immobili. Ciò a cui spesso non pensiamo è la nostra risorsa più preziosa: la nostra capacità di guadagnare un reddito e di farlo crescere velocemente. Ma per questo, per farlo, c’è soltanto una strada:

Investi su di te il ​​dal 2 al 4%% di tutto ciò che guadagni ogni anno.

Investire in te è come diversificare il tuo portafoglio. Segui un corso di formazione o di  istruzione avanzata che potrebbe favorire la tua carriera attuale. Investi in un personal trainer che potrebbe migliorare le prestazioni della tua attività. Studia, leggi, guardati attorno, concediti del tempo per approfondire, per guardare le cose da punti di vista differenti, per fare una breve pausa o vacanza capace di rigenerarti.”

E poi aggiunse:

Preparati agli imprevisti. Impara l’importanza di pianificare emergenze o opportunità inaspettate. Solo perché non pianifichi eventi sfortunati, ciò non significa che non accadranno”

A proposito di imprevisti, ricordo quando avrei dovuto incontrarlo a Villa Gernetto, in occasione di una convention. Fu un imprevisto e improvviso impegno politico a trattenere il Cavaliere a Roma, per cui fummo costretti ad aspettare il suo arrivo per lunghe ore. Che per il sottoscritto, si rivelarono un’inaspettata opportunità di imparare qualcosa da lui, grazie a una visita nella sua bellissima villa, dove l’antibagno aveva più dignità del mio salotto di casa. A un certo punto, incontrammo la persona che aveva responsabilità della struttura e stava sovraintendendo alla sua ristrutturazione. Che ci spiegò la sua importanza e come Berlusconi se ne fosse occupato… a suo modo.

“Veniva da noi una volta alla settimana, normalmente il lunedì. Aveva sempre con se un libricino in cui prendeva appunti. Ricordo che si metteva al centro del gruppo delle maestranze che lavorano da noi. Li chiamava per nome, ne conosceva i volti e le storie, dava loro attenzione, ma al tempo stesso ne seguiva l’operatività. Con il suo quadernino tra le mani annotava, dopo aver chiesto a ciascuno di loro, quale sarebbe stato il loro compito, il loro impegno per la settimana di lavori che stava per cominciare. Registrava tutto con meticolosa precisione. Da quegli appunti ripartiva la settimana dopo. Chiedeva a tutti del loro impegno dichiarato e di quanto avessero fatto in merito a ciò che avevano detto 7 giorni prima”.

Lo dissi a Ennio Doris, che chiosò:

Delega e controllo: un manager che vuole crescere nel lavoro, deve delegare dando importanza ed attenzione al lavoro di ognuno dei suoi collaboratori, ma deve, al tempo stesso, verificare e controllare che la delega, che a fiducia accordata, sia ben riposta”.