Economia

La crisi energetica pesa sul lavoro. Giù le assunzioni programmate

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La crisi energetica inizia a lasciare i segni sul mercato del lavoro. Secondo il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, le assunzioni programmate ad ottobre sono 477 mila mentre quelle per l’ultimo trimestre dell’anno 1,2 milioni. Si tratta di un calo del 5,4 nel mese e del 10,4 nel trimestre rispetto all’anno precedente.

Le prospettive meno favorevoli, in ragione del rallentamento dell’economia globale ed europea legato principalmente all’aumento dei prezzi dell’energia, all’inflazione e alla situazione geopolitica, pesano maggiormente sui programmi di assunzione delle imprese del manifatturiero (-28,0% nel mese e -26,5% nel trimestre), del commercio (-5,8% nel mese e -11,2% nel trimestre) e dei servizi alle imprese1 (-8,6% nel mese e -15,1% nel trimestre).

Nonostante la flessione nelle previsioni di assunzione, raggiunge il 45,5% la quota di assunzioni che le imprese giudicano difficili da realizzare, un valore superiore del 9% rispetto a un anno fa.

Maggiori opportunità di lavoro nelle costruzioni

Entrando nel dettaglio dell’analisi,  le maggiori opportunità di lavoro sono offerte dalle imprese delle costruzioni che programmano rispettivamente 53 mila e 131 mila nuovi contratti (+2,2% e +3,9% rispetto allo stesso periodo del 2021).

Per tutti i comparti del manifatturiero si registrano previsioni negative rispetto a ottobre 2021: -33,3% per chimica-gomma-plastica, -30,4% metallurgia, -28,7% meccanica ed elettronica.

I servizi programmano complessivamente 330 mila assunzioni nel mese e 850 mila nel trimestre, grazie soprattutto alle previsioni, ancora in crescita rispetto al 2021, delle imprese del turismo con 70 mila assunzioni ad ottobre (+37,4% rispetto alle previsioni 2021) e 184 mila assunzioni nel trimestre ottobre-dicembre (10,9% rispetto al 2021).

Prevalgono i contratti a tempo determinato

I contratti a tempo determinato si confermano la forma maggiormente proposta con 246 mila unità, pari al 51,5% del totale, sebbene in calo rispetto a ottobre 2021 quando rappresentava il 55,8% del totale. Seguono i contratti a tempo indeterminato (94 mila unità, 19,7%), quelli in somministrazione (50 mila, 10,5%), gli altri contratti non alle dipendenze (39 mila, 8,1%). L’apprendistato viene proposto per 25 mila assunzioni (5,3%), mentre i contratti di collaborazione e le altre tipologie di contratti alle dipendenze sono indicati per 23 mila assunzioni (4,9%).
La difficoltà di reperimento del personale, che complessivamente riguarda il 45,5% delle assunzioni, raggiunge il 60,7% per gli operai specializzati, il 47,5% per le professioni tecniche, il 46,8% per le professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi e il 46,1% per professioni intellettuali, scientifiche e ad elevata specializzazione.

A livello territoriale sono le imprese del Nord Ovest a registrare la maggiore flessione nelle assunzioni programmate sia nel mese (-17 mila unità) che nel trimestre (-54 mila). Seguono poi le imprese del Nord Est (-6 mila nel mese e -38 mila nel trimestre), quelle del Sud e isole (-2 mila del mese e -30 mila nel trimestre) ed infine quelle del Centro (-2 mila nel mese e -18 mila del trimestre).