Economia

“L’unione monetaria è fallita”

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ROMA (WSI) – Era il settembre del 2011, un paio mesi prima di arrivare a Palazzo Chigi. Secondo l’allora numero uno dell’Università Bocconi di Milano, Atene era la prova che, grazie all’unione monetaria, anche gli Stati periferici del Vecchio Continente erano stati piegati alle politiche di austerity.
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Negli stessi giorni, però, tutti i telegiornali aprivano con le immagini dei devastanti scontri che infiammavano la Grecia. Oggi, il fallimento dell’unione monetaria è stato passato al sentaccio da “I 101 Dalmata”. Il gruppo, che fa capo al blog di Alberto Bagnai, ha dato alla luce un documentario illuminante che dà conto dei risultati delle ricette economiche della Troika. Il titolo del documentario, che sabato scorso è stato presentato alla conferenza Un’Europa senza euro, prende il titolo dalla celebre frase di Monti ed è stata l’occasione per mettere a tema il futuro dell’unione monetaria.

L’ex commissario dell’Unione Europea e firmatario del Manifesto di solidarietà europea, Frits Bolkestein, non ha ombra di dubbio: “L’unione monetaria è fallita”. Sabato scorso, alla conferenza Un’Europa senza euro, ha ricordato una frase di Helmut Kohl: “L’Unione politica è la controparte essenziale dell’Unione monetaria”. L’ex cancelliere Helmut Kohl la procunciò al Parlamento europeo.

Era il 1991 e nel suo immaginifico programma l’unione politica avrebbe dovuto precedere la formazione della moneta unica e di una vera e propria Banca centrale europea. Peccato che, a distanza di oltre vent’anni, sia accaduto l’opposto. “All’interno del trattato di Maastricht – ha spiegato Bolkestein – le politiche per creare un’unione monetaria non hanno avuto un effetto integrante politico, ma un effetto opposto come vediamo oggi”.

Come ricordato più volte durante la conferenza, organizzata da a/simmetrie in collaborazione con il Manifesto di Solidarietà Europea, tra i cinque criteri del trattato di Maastricht primeggia il tetto del 3% di deficit. Un parametro che avrebbe dovuto valere per tutti i Paesi dell’Eurozona, ma che non è stato rispettato in primis da Francia e Germania.

Un vulnus primordiale che getta discredito su tutti i patti successivi firmati a Bruxelles. In questo quadro dissestato la Francia vorrebbe che gli squilibri dei bilanci vengano appianati congiuntamente. In buona sostanza, i Paesi in crescita dovrebbero finanziare i Paesi in deficit.

Una politica economica che, nel lungo periodo, rischia di essere fallimentare. Per questo, secondo Bolkestein, la soluzione degli eurobond diluirebbero solo la responsabilità. Proprio come fu con l’euro. “L’Unione monetaria è fallita – ha continuato Bolkstein – e i Paesi in situazione di deficit non possono risolvere i loro problemi da soli”. Non ci sono alternative. “Dobbiamo pensare a un secondo passaggio – ha, infine, concluso – l’uscita dall’euro”.

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