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Juncker contro Farage al Parlamento Ue: “Sei per la Brexit, che ci fai qui?”

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Prima il saluto, l’abbraccio, poi, Nigel Farage e Jean-Claude Juncker se le sono date di santa ragione durante il dibattito dell’Europarlamento, ancora scioccato dalla Brexit. Il presidente della Commissione europea esordisce manifestando rispetto per la decisione del popolo britannico: “E’ evidente che l’espressione della volontà maggioritaria dei britannici dev’essere rispettata da tutti, la democrazia è la democrazia e noi dobbiamo rispetto alla democrazia britannica e all’espressione che ha scelto di darsi”, afferma Juncker prima di essere interrotto dal fragoroso applauso del gruppo parlamentare di Farage, che si trova seduto proprio di fianco al presidente della Commissione Ue.

A quel punto Juncker – che fino a quel momento si era anche rifiutato di parlare inglese – cede alle ironie, passando dal francese all’inglese per esser meglio compreso proprio dal leader dello Ukip: “E’ l’ultima volta che applaudi qui. E in un certo senso sono sorpreso che tu sia qui: tu combattevi per l’uscita, il popolo britannico ha votato per l’uscita. Perché sei qui?”.

Juncker scherza, ma non troppo. In realtà, la presenza degli europarlamentari britannici resta un loro diritto fino al completamento delle procedure di recesso dall’Unione Europea; l’attacco, dunque, esprime soprattutto quanto la tensione resti ad alti livelli. Farage, con la sua vittoriosa campagna pro Brexit, è  certo uno dei maggiori responsabili.

La replica del leader dello Ukip contiene, oltre alla rivalsa personale sul resto dell’assemblea, molto di quello che sarà il prossimo terreno di confronto fra Ue e Regno Unito: i nuovi accordi commerciali.

“Quando sono arrivato qui diciassette anni fa e avevo detto che avrei voluto condurre una campagna per portare la Gran Bretagna fuori dall’Unione Europea mi avevate riso dietro, tutti voi. Quello che devo dire è che ora non ridete più, non è vero?”, dice Farage, “ma la domanda è: cosa succede adesso. […] Ciò che tengo a dire è che dobbiamo negoziare una relazione differente. So che molti di voi non hanno mai fatto un vero lavoro in tutta la vita o lavorato nel business, nel commercio, ma ascoltate…”, a queste parole sonore proteste interrompono il leader dello Ukip.

Poi, Farage conclude: “sentite un po’ di economia pragmatica: tra i vostri Paesi e il mio scambiamo un enorme ammontare di beni e servizi. Questo commercio giova a tutte le parti, questo commercio è importante. Se rifiutate l’idea di un trattato commerciale ragionevole le conseguenze saranno peggiori per voi, di quanto non lo sarebbero per noi”. Gli equilibri potrebbero spostarsi anche sul piano geopolitico.

La partita degli indipendentisti britannici è dunque chiara: stabilire l’accesso al mercato per continuare a godere i frutti del commercio con l’Europa, ma rigettarne in toto l’architettura politica. Uno scenario che la Cancelliera tedesca, Angela Merkel, oggi ha già escluso affermando che “chi esce dalla famiglia non può aspettarsi che tutti i suoi doveri scompaiano e che i privilegi siano mantenuti”. I negoziati fra Ue e Regno Unito si preannunciano, dunque, estremamente tesi e pieni di sorprese.