Il presidente del Senato Piero Grasso ha revocato l’espulsione di un senatore della Lega Nord che si era rifiutato di obbedire. Obiettivo: evitare che la seduta venisse sospesa, facendo sì che l’aula potesse esprimersi sulla proposta di legge sullo Ius Soli.
Una bagarre è scoppiata fuori e dentro l’aula dove è arrivato oggi il testo controverso: un gruppo di esponenti della Lega Nord ha spinto Valeria Fedeli, che è caduta e si è leggermente infortunata. La parlamentare del PD ed ex vice presidente del Senato è stata sottoposta alle cure dell’infermiera. Dopo l’incidente, il Capogruppo leghista Gianmarco Centinaio è stato allontanato dai commessi dell’aula.
I senatori del partito di destra anti immigrazione erano arrivati in aula con un cartello che diceva “No allo Ius Soli” e con l’intenzione di farsi espellere ma fare ostruzione e rimanere in aula, per impedire così al Senato di incardinare il disegno di legge. La strategia non ha funzionato, dal momento che Grasso, come riporta l’Ansa, ha deciso di revocare l’espulsione del senatore Raffaele Volpi dopo che quest’ultimo si era rifiutato di uscire. Volpi ha anche gridato un “Vaffa…” in direzione dell’ex magistrato, politico del PD.
Grasso ha invitato Volpi a rispondere “nelle sedi competenti” per l’accaduto. Da regolamento se un senatore non si allontana dopo l’espulsione, la seduta va interrotta; ma in quel modo il presidente avrebbe fatto il goco della Lega Nord e per questo alla fine è tornato sui suoi passi. “Un precedente così neanche l’ arbitro Moreno!”, commenta il leghista ed ex presidente del Senato Roberto Calderoli. “Quando i giocatori si arrivano a nascondere l’arbitro deve comportarsi come può…”, ribatte Grasso, che era quasi caduto nella trappola tesa dalla Lega.
I lavori al Senato sono proseguiti e si fa sempre più alta la probabilità che il testo venga approvato. Il disegno di legge sullo Ius Soli temperato prevede che i figli di immigrati nati in Italia possano ottenere la cittadinanza, a patto che uno dei genitori sia in possesso di un permesso di soggiorno lungo e sia residente nel nostro paese legalmente e in via continuativa da almeno 5 anni.
All’esterno dell’aula le forze dell’ordine avevano dovuto sedare con gli idranti gli assalti dei gruppi di estrema destra nostalgici del fascismo, Forza Nuova e Casa Pound, che protestavano contro la proposta di concedere la cittadinanza italiana ai ragazzi nati o cresciuti in Italia da più di sei anni. La Digos ha denunciato 64 manifestanti per resistenza a pubblico ufficiale, istigazione a disobbedire alle leggi e apologia di fascismo.
La legge concederebbe la cittadinanza (su richiesta, mentre inaltri Paesi è automatico) al minore nato da genitori stranieri, oppure arrivato in Italia prima dei dodici anni, purché abbia frequentato la scuola per almeno cinque anni. Anche i minorenni entrati e residenti in Italia da almeno sei anni che abbina frequentato un intero ciclo scolastico (o un percorso di istruzione professionale) ottenendo un titolo di studio (o una qualifica), potranno chiedere il passaporto italiano.