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Italia, programma Bce fa bene al rating sovrano

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NEW YORK (WSI) – Il programma di ‘quantitative easing’ appena lanciato dalla Bce rappresenta un elemento positivo per il rating sovrano dell’Italia.

Lo detto a Reuters Giacomo Barisone, responsabile rating sovrano dell’Italia di Dbrs, sottolineando anche un moderato ottimismo per le riforme del governo Renzi, a circa due settimane dal pronunciamento dell’agenzia sul paese.

Dbrs si esprimerà venerdì 27: con una valutazione A(low), con outlook negativo, è l’unica tra le quattro agenzie seguite dalla Bce a mantenere il rating in area ‘A’, preservando i titoli di Stato da un peggioramento della loro valutazione come collaterale nelle operazioni di rifinanziamento.

Il QE “rappresenta un importante elemento di supporto per il rating sovrano. L’avvio del QE dovrebbe avere un impatto positivo sulle finanze pubbliche italiane attraverso una minore spesa d’interessi associata ad un minore rischio di deflazione prolungata” afferma Barisone.

VALUTAZIONE FOCALIZZATA SU RIFORME E BILANCIO

In novembre Dbrs aveva preannunciato un aggiornamento della valutazione sull’Italia, con una decisione legata al grado di implementazione delle riforme, lasciando quindi intendere che l’alternativa sarà tra una stabilizzazione dell’outlook negativo e un downgrade.

“La nostra valutazione del rating sovrano resta focalizzata sulla politica di bilancio, la sostenibilità del debito e l’approvazione di riforme strutturali” afferma Barisone.

“Dbrs è moderatamente ottimista sulle riforme italiane” prosegue l’analista, rimarcando l’importanza della recente approvazione del Jobs Act. “Riteniamo indispensabile che il processo delle riforme strutturali e istituzionali continui spedito”.

Barisone vede anche una stabilizzazione del sistema politico a seguito dell’elezione del presidente della Repubblica: “il governo ha indubbiamente fatto progressi per portare avanti le riforme del sistema elettorale e istituzionale”.

RISULTATI LIMITATI PER SPENDING REVIEW

Sul fronte economico, l’agenzia prevede una crescita del Pil dello 0,6% quest’anno e dell’1,3% il prossimo; ma, nonostante i segnali di ripresa, segnala un’attività ancora “modesta”.

I rischi sulle prospettive di crescita, spiega, restano legati alla continua debolezza dei consumi privati, al possibile rinvio della ripresa della domanda esterna, alle tensioni sulla Russia e alla Grecia, anche se il rischio di contagio della crisi greca sulla zona euro “resta relativamente più basso rispetto al 2011-2012”.

Insufficiente è invece il giudizio sulla spending review del governo, i cui risultati appaiono finora “limitati”.

“Le principali voci di spesa, come pensioni e sanità, che contano per il 40% della spesa complessiva, non sono stati per ora intaccati. È necessario, a nostro avviso, che il governo dia prova di maggiore determinazione nel tagliare e riqualificare la spesa pubblica rendendola più favorevole alla crescita” conclude l’analista.

Fonte: Reuters

(DaC)