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Iran e sauditi si preparano allo scontro frontale in Yemen

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SANAA (WSI) – Iran e Arabia Saudita si preparano allo scontro frontale in Yemen.

L’invio di navi da guerra nel paese mediorientale da parte di Teheran aumenta il rischio di una guerra aperta che vedrebbe gli Stati Uniti schierati a fianco del governo di matrice sunnita, impegnato in un conflitto sanguinoso contro i ribelli sciiti filo iraniani.

Teheran ha inviato il cacciatorpediniere Alborz e la nave appoggio Bushehr davanti alle coste dello Yemen. L’obiettivo ufficiale della decisione è la difesa delle navi iraniane “dalla pirateria”, come afferma l’ammiraglio Habibollah Sayyari.

La risposta di Riyad non si è fatta attendere, con il generale Ahmed Asiri, portavoce dell’operazione Defensive Storm: “Le navi iraniane hanno
il diritto di stare nelle acque internazionali ma non possono entrare in quelle dello Yemen”.

L’Arabia Saudita guida una coalizione del Golfo che è intervenuta per difendere l’esecutivo sunnita al potere in Yemen e i propri interessi nella regione. Teheran da parte sua è un alleato dei ribelli Huti e ora punta a sfidare il blocco aereo-navale saudita.

I comandanti saudita sostengon di essere entrati in possesso di prove che dimostrano il sostegno militare iraniano ai ribelli che a febbraio hanno rovesciato e poi costretto alla fuga il presidente yemenita Abed Rabbo Mansour Hadi.

Gli Stati Uniti vogliono che gli scontri finiscano al più presto, perché il conflitto – dicono – “ci impedisce di combattere Al Qaeda in Yemen”.

Come spesso avviene in questi casi, tra i due litiganti i terzo gode. I militanti jihadisti vogliono approfittare della situazione caotica per “rafforzare il loro ruolo di porta bandiera sunniti”, come scrive Maurizio Molinari sulle pagine della Stampa.

I guerriglieri estremisti hanno offerto infatti una taglia di 20 chilogrammi d’oro per l’eventuale “cattura o uccisione” del leader degli Huthi, Abdel-Malek al-Houthi, e del suo alleato chiave, l’ex presidente yemenita Ali Abdullah Saleh.

(DaC)