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In pensione con Quota 103: conviene davvero a tutti?

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L’anticipo pensionistico in vigore quest’anno è Quota 103 che consente l’accesso a 62 anni e 41 anni di contributi.

Ma conviene davvero a tutti? Prima di rispondere a questa domanda è bene capire come funziona Quota 103 nel dettaglio.

Come funziona Quota 103

L’anticipo pensionistico si rivolge a tutti i lavoratori dipendenti, anche del pubblico impiego, autonomi e parasubordinati in possesso dei requisiti anagrafici e contributivi (62 anni e 41 di contributi) o che li matureranno tra il 1° gennaio 2023 ed il 31 dicembre 2023. Quota 103 è in vigore solo per quest’anno.

Il requisito contributivo può essere raggiunto anche cumulando i periodi contributivi non coincidenti versati nelle gestioni previdenziali indicate.

La decorrenza della pensione è comunque soggetta all’applicazione di un periodo variabile di dilazione, detta finestra. Così chi ha già maturato i requisiti nel 2022 avrà la pensione con decorrenza dal prossimo 1° aprile o dal 1° agosto se dipendente pubblico.

Gli aspetti da valutare

Innanzitutto, c’è da dire che Quota 103 non è cumulabile con i redditi da lavoro autonomo e dipendente tranne con il reddito da lavoro autonomo occasionale fino a 5 mila euro lordi all’anno. Se si supera tale limite, la pensione quota 103 dovrebbe essere sospesa per l’anno in cui si è sforato e le mensilità già erogate dovrebbero essere recuperate dall’Inps.

Inoltre coloro che utilizzeranno Quota 103 avranno l’assegno intero se questo arriva a 5 volte il trattamento minimo Inps: dunque, fino a circa 2.600 euro lordi.

Se, invece, dovessero avere diritto a un importo maggiore, dovranno rinunciare a ottenere l’eccedenza fino al raggiungimento dei 67 anni di età.

Questo aspetto, dunque, dovrebbe essere valutato con attenzione per capire se andare in pensione con Quota 103 convenga o meno visto che in linea di massima chi può avere una pensione sopra i 2.600 euro vuol dire che ha anche uno stipendio medio-alto.

Da valutare anche l’accesso alla pensione anticipata con la riforma Fornero che si ottiene per le donne a 41 anni e dieci mesi e per gli uomini a 42 anni e dieci mesi, a prescindere dall’età anagrafica senza decurtazione.

Quota 103, per chi è davvero vantaggiosa

In sostanza, bisogna valutare caso per caso se l’accesso all’anticipo pensionistico sia o meno un vantaggio.

Sicuramente lo è per chi ha 62 anni di età e 41 anni di contributi e potrà avere al massimo una pensione fino a 2.600 euro lordi circa mensili.

Per tutti gli altri, la valutazione va fatta caso per caso. Paola Urmacher, responsabile del Caaf Ital-Uil di Trento ha sostenuto che è poco appetibile:

Chi va in pensione con questo meccanismo, comunque ci rimette un sacco, fino al compimento dei 67 anni di età. Ma siccome un requisito è avere 41 anni di contributi versati, al lavoratore conviene aspettare un anno, ed andare con la Anticipata Fornero, a 42.

Insomma, prima di fare domanda, è necessario valutare a fondo vantaggi e – possibili – svantaggi.