Società

Imu: chi deve pagare e chi no

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

ROMA (WSI) – Ammonta a circa 215 euro il vantaggio che in media i proprietari di abitazione principale trarranno dall’abolizione per il 2013 dell’Imu, un provvedimento sul quale però al momento c’è solo un accordo politico di massima che dovrebbe trasferirsi sul piano normativo con la legge di Stabilità a ottobre, ammesso che a rimanere stabile ci sia prima il quadro politico.

Si tratta di un bonus che però nelle grandi città e nelle località turistiche di maggior pregio sale di molto. Il comune italiano dove nel 2012 si è pagata la più alta Imu media per le abitazioni principali è Portofino, dove la spesa è ammontata in media a 1.031 euro.

Ovvio che la celebre e minuscolo località ligure, che oltretutto ha i prezzi a metro quadrato delle abitazioni più alti in Italia, non possa fare testo.

Tra i capoluoghi di provincia e le città italiane di oltre 50mila abitanti, come vediamo nella tabella dove abbiamo estrapolato la classifica redatta sulla base dei dati forniti dal ministero dell’Economia, la poco ambita palma di località più cara spetta a Siena con oltre 567 euro, seguita da 30 euro di distacco calla Capitale.

Milano è molto distante a 292,29 euro. Un risultato che non deve sorprendere se si considera che nella metropoli lombarda c’è una forte quota di abitazioni popolari che abbassano la media e che per il 2012 era stata decisa un’aliquota bassa, lo 0,4%. In realtà se si considerassero solo le abitazioni di livello medio alto della categoria A/2 e quelle civili della categoria A/3 Milano occuperebbe le prime posizioni del Paese.

Le premesse per il risparmio sono state gettate dal recente decreto del Governo, che ha però cancellato in maniera definitiva solo la prima rata dell’Imu 2013, che in origine si sarebbe dovuta pagare a giugno.

Nel decreto vi sono però anche altre disposizioni in materia di Imu e in particolare viene ampliata la platea di contribuenti equiparati ai titolari di abitazione principale e che quindi vedono “condonata” la prima tranche e saranno presumibilmente ricompresi tra i soggetti che non dovranno pagare del tutto per quest’anno.

Ma vediamo chi non deve mettere mano al portafogli. Al trattamento agevolato hanno diritto, salvo le eccezioni di cui diciamo sotto, i proprietari di un’abitazione non di lusso che abbiano contemporaneamente residenza fiscale e domicilio abituale nell’appartamento.

Per abitazioni di lusso si considerano gli immobili di categoria catastale A/1 (abitazioni signorili), A/8 (ville) e A/9 (dimore storiche); i proprietari di queste case hanno già pagato la prima rata di giugno e saranno chiamati, salvo improbabili modifiche nella legge di stabilità, a saldare il conto entro il 16 dicembre.

Quando si tratta di abitazione principale però questi appartamenti possono comunque godere delle detrazioni previste dalla normativa Imu: 200 euro per immobile oltre a 50 euro per ogni figlio di età inferiore a 26 anni.

Per quanto riguarda le altre esenzioni, sono a favore innanzitutto di una serie di soggetti che non possono essere considerati titolari in senso stretto dell’immobile: si tratta degli assegnatari degli alloggi gestiti dagli istituti autonomi delle case popolari o dagli enti di edilizia residenziale pubblica e degli assegnatari di appartamenti costruiti in cooperativa indivisa.

In quest’ultimo caso la normativa in vigore risultava particolarmente penalizzante, perché a chi occupa l’alloggio la legge riconosceva solo la detrazione di abitazione principale ma non la stessa aliquota. Stava poi alle delibere comunali decidere se ridurre l’aliquota, che però in nessun caso poteva mai stare sotto lo 0,46%

Alle case popolari sono inoltre stati assimilati gli edifici di housing sociale; cioè quegli immobili costruiti da privati e assegnati con le stesse regole in vigore per le case pubbliche.

Si è infine ampliato il numero di dipendenti di servizi di pubblica utilità che vengono equiparati ai titolari di abitazione principale anche se non sono domiciliati nell’alloggio che posseggono perché trasferiti per motivi di servizio.

Si tratta dei componenti delle Forze armate, della Polizia di stato, ai corpi di polizia di ordinamento civile, dei vigili del Fuoco e del personale della carriere prefettizia. L’agevolazione si può applicare a un solo immobile e alle sue pertinenze purché non siano concessi in locazione. E’ la stessa regola che vale per le case delle persone ricoverate in casa di riposo. In questo caso però l’equiparazione all’Imu prima casa non è automatica ma deve essere prevista dalla delibera comunale.

Il contenuto di questo articolo, pubblicato da Corriere della Sera – che ringraziamo – esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

Copyright © Corriere della Sera. All rights reserved