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G20, prove di pace Usa-Cina. Festeggiano le Borse

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Prove di pace tra Stati Uniti e Cina. In linea con attese del mercato, i presidenti cinesi Xi Jinping e l’americano Donald Trump hanno raggiunto una tregua nella guerra commerciale a margine del summit del G20 in Giappone, con Washington che ha promesso di congelare nuovi dazi e dichiarato che i negoziati sono “di nuovo in pista”. Trump ha descritto il colloqui a Osaka come “un incontro molto buono, direi persino eccellente”, seppure non sia stato messo sul tavolo alcun calendario.

“I colloqui con la Cina vanno avanti, “ci siamo rimessi in carreggiata”, ha dichiarato Trump dopo l’incontro. “La Cina e Gli Stati Uniti beneficiano della cooperazione e hanno solo da perdere dal confronto”, ha dichiarato Xi. “Cooperazione e dialogo sono meglio di frizioni e confronto”.

Trump aveva minacciato l’adozione di dazi su 325 miliardi di dollari di beni importati dalla Cina, di fatto estendendo a tutte le importazioni commerciali dal gigante cinese i nuovi dazi.

Una svolta è arrivata anche sul fronte Huawei, bandito dagli americani per ragioni di sicurezza. Le aziende Usa potranno continuare a lavorare come fornitori della Huawei, ha detto inoltre Trump. “Inviamo e vendiamo alla Huawei una grandissima quantità di prodotti che finiscono nelle cose che loro producono e io ho detto che è ok continuare a vendere questi prodotti”, ha affermato il presidente Usa. La Cina accoglie favorevolmente l’impegno di Donald Trump a rimuovere alcune delle restrizioni imposte alle aziende Usa sulla vendita di forniture alla Huawei. “Sicuramente lo accogliamo con favore”, ha detto ai giornalisti Wang Xiaolong, inviato del ministero degli Esteri cinese al G20 di Osaka, secondo quanto riporta Global Times.

Reazione positiva dei mercati finanziari. I future sulle Borse europee sono positive, dopo la giornata positiva degli scambi asiatici. Nella prima mattinata italiana, l’indice Topix della Borsa di Tokyo segna un guadagno del 2% mentre Shanghai sale dell’1,9%. Di contro, ritracciano i beni rifugio” dagli investitori come l’oro, lo yen e i titoli del debito americano.