Società

Grillini, fate saltare il tavolo

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Luca Ciarrocca e’ il direttore di Wall Street Italia

NEW YORK (WSI) – Disse Frederic William Maitland, giurista e storico inglese: “E’ assai difficile ricordare che eventi appartenenti ormai al passato, una volta appartenevano al futuro”. Esatto. Per questo quando ho proposto un’alleanza politica tra le due maggiori forze del Parlamento italiano, allo scopo di creare un asse tattico, e forse strategico, tra Pd e M5S, non sapevo a quali brutture si sarebbe poi arrivati. “Le dure repliche della storia” le definiva Hegel.

Lo scopo della mia proposta era (come e’ avvenuto) avviare un dialogo tra i due partiti di centro-sinistra sia sul fronte di una decente riforma elettorale non punitiva dei diritti dei cittadini, sia per un possibile governo di coalizione, per esempio un monocolore Pd con appoggio esterno pentastellato. L’obiettivo pre-cog (pre-cognition, ovvero intuizioni prima che il futuro si manifesti come nel capolavoro cinematografico Minority Report di Steven Spielberg da un racconto di Philip K. Dick) era assai semplice: ritirare dal “mercato politico” la soffocante, imbarazzante, inefficiente e corrotta maggioranza di Larghe Intese tra centro-sinistra e centro-destra che si poggia sul Patto del Nazareno. Larghe Intese buone per continuare a tenere l’Italia all’ultimo posto in Europa togliendole ogni speranza di avere un ruolo nel mondo.

Bene: in seguito gli eventi che “una volta appartenevano al futuro” si sono palesati in tutta la loro mediocrita’. E quello che settimane fa era stato il grave errore di Grillo e Casaleggio di cercare sponde politiche in Europa alleandosi inutilmente con Farage congelando i voti qui in Italia, adesso sembra un’erroruccio irrilevante rispetto al grande sbaglio di essere scesi a patti (senza alcun esito concreto) discutendo con il Pd per riformare la legge elettorale. Senza contare che e’ di economia, lavoro, strutture e produzione che si deve parlare a Roma, tutto il resto e’ un blaterare che non aiuta la gente ad avere una vita migliore.

La verita’ e’ che Matteo Renzi, nel breve e medio termine sempre piu’ forte politicamente, anche se il paese continua a sprofondare in una crisi economica senza fine, non ha bisogno che i grillini portino acqua al suo mulino. A parte le divergenze di carattere, opinioni e di storia politica personale tra Matteo e Beppe, il premier non ha mai voluto una vera alleanza, neppure limitata, se non a condizioni impossibili. Renzi si e’ prestato al gioco del negoziato solo per le sue grandi abilita’ nel cavalcare l’onda mediatica (e’ il motivo per cui vince le elezioni) non avendo tra l’altro assolutamente nulla da perdere.

[ARTICLEIMAGE] “Onde evitare ulteriori perdite di tempo e spettacoli inconcludenti come l’ultimo streaming, ora è necessario che Renzi e il Pd rispondano per iscritto ai 6 punti del MoVimento 5 stelle”, scrivono Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera, Danilo Toninelli, Portavoce M5S Camera, Paola Carinelli, capogruppo M5S Camera, Vito Petrocelli, capogruppo M5S Senato, Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Davvero lo pensate, carissimi pentastellati? Ma non capite che quando queste trattative falliranno tutti tireranno un sospiro di sollievo?

Ecco perche’ in assenza di clamorose e improbabili svolte diventa imperante e quasi doveroso moralmente far saltare il tavolo del negoziato e chiudere qui la trattativa con il Pd. I democratici stanno facendo a polpette il M5S nelle istituzioni e nel paese (solo lo 0,14% dei sindaci italiani); il giovane e furbissimo presidente del consiglio fiorentino fa mangiare la polvere ai grillini, lui guida una Ferrari mentre loro hanno una 500 sgangherata degli anni 70 con cui pretendono di correre alla pari sull’autostrada della politica.

[ARTICLEIMAGE] La conseguenza immediata del mandare al diavolo Renzi e’ che il M5S cominci a fare un’opposizione dura, radicale, rigida, organizzata, competente (non e’ quasi mai il caso) verrebbe da dire “da gioiosa macchina da guerra” se non fosse una classica metafora della parte nemica. Utilizzando anche strumenti non ortodossi ma efficaci: denunce alla magistratura, interrogazioni parlamentari, dossier, seminari, ovvero le molte armi del filibustering democratico dentro e fuori il Palazzo. Gia’, perche’ il Palazzo esiste e resiste, nessuna Rivoluzione e’ in vista.

Ai seguaci di Grillo tocca scegliere questa strategia – che poi e’ quella del loro fondatore – non tanto perche’ la rottura sia giusta, quanto perche’ non esistono alternative, senza contare che far saltare il tavolo rafforza di nuovo, forse, la base del Movimento frustrata dal dialogo con il partito giustamente ritenuto responsabile insieme a Silvio Berlusconi della deriva italiana degli ultimi 20 anni.

Un altro umile consiglio ai penstastellati: strutturatevi come un partito vero, con organismi collegiali, assemblee regionali e provinciali, ordini del giorno, commissioni, scuole di quadri, ideologi e articoli coi contro-fiocchi, intellettuali di area conosciuti e non i “voglio ma non posso” che aspirano a posti e prebende. Non e’ possibile ad esempio che l’ottimo Luigi Di Maio mercifichi la sua carica istituzionale facendo sempre ed esclusivamente propaganda di parte (non si e’ mai visto un presidente o vice-presidente della Camera uscire dai compiti suoi propri e stare sempre in TV per altri fini); non e’ accettabile che Grillo e Casaleggio ricoprano zero cariche nel M5S ma abbiano piu’ influenza di Re Giorgio (Napolitano) oltre ad essere proprietari e gestori del blog; e’ ridicolo, soprattutto, che il dibattito interno al Movimento passi da un B-L-O-G.

[ARTICLEIMAGE] La vera politica non si fa su internet, Facebook o Twitter, come pensa Casaleggio. Ci sono i casi estremi di chi spara missili terra-aria per abbattere un Boeing 777 a 10.000 metri ammazzando 298 persone senza che “il pubblico” abbia visto in anticipo post o tweet dall’account #buk o #falseflag ma ci sono anche molti altri modi non violenti per capitalizzare sull’idea che politica & potere non vanno lasciate a poche migliaia di influencer smanettoni. Le fabbriche chiudono, le tasse salgono e l’Italia e’ in svendita, nonostante un manipolo di IP super-attivi.

“Sin dall’inizio degli incontri con il Pd, era stata annunciata una consultazione on line che avrebbe approvato o respinto un eventuale accordo finale. Pertanto, avremmo voluto sottoporre a questa consultazione un testo preciso che, al contrario, manca” scrivono su www.beppegrillo.it Di Maio, Toninelli, Carinelli, Petrocelli, Grillo e Casaleggio. Ma davvero siamo a questo punto? Come siete messi male, ragazzi; ingenuita’ un tot al chilo. Svegliatevi, il Pd vi sta facendo a pezzi. Se non scegliete la strada dell’opposizione dura e intransigente, alle prossime elezioni vi battera’ perfino quel cadavere resuscitato di Berlusconi. Rischiate di finire come L’Uomo Qualunque di Giannini.