Economia

Grecia: ecco perché Syriza vincerà con ampio margine

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ATENE (WSI) – Dopo che il parlamento greco non è riuscito a mettersi d’accordo per l’elezione del nuovo Capo di Stato, il governo ha indetto elezioni anticipate il cui esito incerto sta innervosendo i mercati. Syriza, partito che intende rinegoziare il debito con i creditori, è dato per vincente.

Molti analisti ritengono che l’elezione, definita un referendum sull’Europa dal premier Antonis Samaras, leader dei conservatori, potrebbe far ripiombare l’area euro in una grave crisi.

Logica vuole che la Grecia esca dalle elezioni di domenica con un nuovo primo ministro, senza però una maggioranza sufficiente. Anche se è dato in vantaggio in tutti i sondaggi (vedi tabella a fianco), non si sa ancora se Alexis Tsipras, il leader del partito anti austerity, avrà i numeri sufficienti per governare. Servono 300 seggi in parlamento per garantirsi la maggioranza assoluta.

E “anche se ce la facessero, la maggioranza sarebbe sottile e fragile” secondo un professore greco di legge ed economia intervistato da Bloomeberg. Il Wall Street Journal ha scritto che “la maggior parte dei sondaggi danno Syriza in vantaggio ma non in grado di assicurarsi i voti sufficienti – anche con il premio di maggioranza – ad avere la maggioranza assoluta in Parlamento”. Ciò costringere il partito di sinistra a cercare partner per formare una coalizione di governo.

Il problema è: con chi fare la coalizione? Con i socialisti al potere con i conservatori? La probabilità che Syriza ottenga un risultato migliore rispetto a quello che si aspettano politologi e media alle elezioni generali del 25 gennaio sta salendo giorno dopo giorno. Le notizie che stanno uscendo giocano infatti a favore del partito di estrema sinistra.

Innanzitutto la Francia ha aperto alla rinegoziazione del debito greco. Il ministro francese delle Finanze Michel Sapin ha detto che la Ue dovrebbe avviare un dialogo per trattare con i nuovi leader di governo del paese e trovare un modo per ristrutturare l’enorme debito pubblico ed estendere i termini del piano di salvataggio concesso dalla Troika dei creditori internazionali (Fmi, Commissione Ue e Bce).

Per la Francia un dialogo simile è “fondamentale per la stabilità dell’area euro”. La Finlandia la pensa diversamente, ma la Francia ha un maggiore peso in Eurozona.

Intanto il partito al potere, Nuova Democrazia, sta perdendo sempre più credibilità. Il premier e leader del partito Antonis Samaras ha detto che le negoziazioni sul piano di aiuti esterni non sono possibili.

Ogni voto conta uguale in Europa e i greci sono stanchi delle bugie di Samaras, che ha promesso di abbassare le tasse e alzare il piede dall’acceleratore delle misure di rigore.

Ormai il danno, per lo meno in termini di popolarità, è fatto. La tassa annuale da versare sul patrimonio immobiliare, Enfia, è stata resa permamente da Samaras. L’imposta, introdotta nel 2011 sotto le pressioni dei creditori della Troika per recuperare fondi freschi per le entrate statali, è stata giustificata dicendo che avrebbe portato la Grecia in linea con gli altri stati membri dell’area euro.

La tassa, che sostituisce una tassa speciale sulle proprietà di maggiore valore, aumenterà le entrate statali di €3,4 miliardi l’anno, pari al 2% del Pil. Ma i politici non hanno preso in considerazione la rabbia che avrebbe scatenato una simile misura. I greci, come gli italiani, hanno investito in proprietà immobiliari come protezione contro l’inflazione.

Secondo i dati ufficiali delle banche greche, circa l’80% dei cittadini greci detiene almeno una casa, anche se vivono in affitto.

Se Tsipras, 40 anni, vince sarà il più giovane leader di governo in Grecia di sempre. La media di età è stata di 64 nni dal 1974 a oggi. Diventerebbe il sesto premier diverso dal 2005, anno in cui la Cancelliera Angela Merkel è salita al potere in Germania. Nessuno in area euro, nemmeno l’Italia, ha avuto un numero superiore di primi ministri diversi tra loro.

Il parlamento greco è composto di 300 seggi, 250 sono assegnati con un sistema proporzionale, mentre gli altri 50 sono assegnati al partito che ottiene la maggioranza relativa. C’è una soglia del 3% che viene richiesta a un partito come minimo risultato possibile per potere entrare in parlamento.

(DaC)