Economia

Grecia: 2013 anno di svolta o di rottura

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Siena (WSI) – Per la Grecia ora ”il problema e’ l’implementazione” delle misure di austerita’ e delle riforme strutturali. Cosi’ il ministro delle finanze greco, Yiannis Stournaras, in una intervista al Financial Times, fa il punto sul futuro del secondo programma di aggiustamento dell’economia ellenico finanziato dai prestiti dei paesi dell’Eurozona e dal Fondo Monetario Internazionale.

Proprio questa settimana sono arrivati ad Atene prestiti per 34,4 miliardi per finanziarie la ricapitalizzazione delle banche del paese e pagare i debito dello Stato verso il settore privato dell’economia. Nel primo trimestre del 2013 arriverano, con esborsi rateali, ulteriori prestiti per 13,7 miliardi condizionati alla puntuale applicazione, da parte del governo, del programma di austerita’ e di riforme. Questa tranche di prestiti avra’ soprattutto funzione anticiclica per temperare l’effetto depressivo delle misure governative di risanamento. Sara’ infatti da gennaio che nelle tasche dei greci si sentiranno gli effetti dell’austerita’ con tagli anche del 30% sugli stipendi del settore pubblico, sanita’ inclusa.

Dunque il 2013 sara’ una anno di ”svolta o di rottura” per la permanenza del paese nell’Eurozona. ”Sara’ una svolta rimarremo coerenti all’accordo sottoscritto con la Ue e il Fondo monetario”, ma ” potrebbe anche essere di rottura se il sistema politico si trovasse in una situazione troppo difficile da gestire”, ha spiegato, al quotidiano britannico, Stournaras.

Tassi di interesse: in area Euro ieri è proseguita la fase positiva sui titoli dei paesi periferici in un contesto favorevole sui listini azionari europei. Lo spread Italia-Germania è calato in prossimità dei 290pb, sui minimi da fine marzo. Il tasso di mercato decennale è calato al di sotto del 4,35%, livello minimo dal dicembre 2010. Questa mattina si assiste invece ad una partenza negativa dei listini europei sulla scia delle discussioni negli Usa legate al fiscal cliff; spread in lieve rialzo. Ieri la BCE ha comunicato che, con decorrenza dal 21 dicembre, il debito greco emesso o garantito dalla repubblica ellenica può ritornare a costituire un collaterale valido per le operazioni presso l’Eurosistema. La BCE ha deciso inoltre di sospendere l’applicazione di una soglia di rating minimo alla luce delle recenti misure fiscali e strutturali.

Il membro della Bce, Asmussen, ha dichiarato che il fondo europeo permanente potrebbe agire come meccanismo di risoluzione oltre che fornire capitali alle banche in difficoltà una volta soddisfatti certi requisiti. Il Single Resolution Mechanism “dovrebbe avere la capacità finanziaria e legale, oltre che l’indipendenza, per assicurare la sopravvivenza della banche in salute e la chiusura delle altre”. I leader europei hanno già firmato per dare il ruolo di supervisione alla Bce come principale pilastro ed aggiunto che i fondi pubblici per la ricapitalizzazione delle banche saranno disponibili nel 2013, quando ulteriori incontri saranno effettuati per stabilire le modalità. Sul lato macro, a dicembre è migliorata per il secondo mese consecutivo la fiducia degli imprenditori tedeschi grazie al rialzo della componente aspettative.

Andrew Balls, uno dei gestori di Pimco (maggior fondo obbligazionario al mondo) ha dichiarato che la BCE potrebbe essere costretta a tagliare i tassi e fare un QE poiché la recessione minaccia le due principali economie dell’area: Germania e Francia. Il fondo stima una leggera recessione nei due paesi per i prossimi 4 trimestri. Sul fronte politico il capo dell’Eurogruppo Junker ha dichiarato che Dijsselbloem, ministro delle finanze olandese, potrebbe essere il suo successore entro fine gennaio. In Spagna i leader nazionalisti della Catalogna hanno formato un nuovo governo e raggiunto un accordo per tenere un referendum sull’indipendenza nel 2014.

Negli Usa indice S&P500 in calo di poco meno dell’1% con gli operatori che hanno preferito alleggerire le posizioni su timori legati ai negoziati sul fiscal cliff. I repubblicani, infatti, presenteranno oggi alla camera il loro piano (cosiddetto piano B) che contempla l’aumento delle tasse solo per i contribuenti con reddito superiore al milione di dollari a fronte invece dei 400.000$ proposti da Obama. Il presidente ha però minacciato di porre il veto alla proposta repubblicana (dichiarazione alla base delle vendite sull’azionario) che, anche in caso di voto favorevole alla camera, molto difficilmente supererebbe lo scoglio del senato dove la maggioranza è in mano ai democratici.

Sul fronte azionario da segnalare l’annuncio del piano di General Motors di stanziare 5,5Mld$ per riacquistare una parte delle azioni in mano al Tesoro in modo da ridurne la quota dal 26,5% al 19% entro circa un anno. Per i prossimi giorni il tema del fiscal cliff assumerà sempre un peso maggiore visto l’avvicinarsi di fine anno, in cui il programma di spese e sgravi fiscali introdotto da Bush nel 2001 terminerà. I giorni a cavallo tra Natale e capodanno saranno forse quelli più intensi in cui presumibilmente un accordo potrebbe essere raggiunto.

Valute: giornata di ieri caratterizzata da un’alta volatilità del cross euro vs dollaro. Quest’ultimo dopo aver superato area 1,33, massimo da aprile, è ritornato appena sopra area 1,32 dopo le dichiarazioni di Obama. Il livello di supporto si colloca ad 1,314, mentre quello di resistenza 1,33. Yen in apprezzamento verso tutte le principali valute mondiali questa notte dopo che la BoJ, con decisione unanime, ha aumentato il QE meno delle attese. La banca centrale ha portato l’ammontare del fondo per gli acquisti di asset a 76.000 Mld Yen da 66.000 e dichiarato che riconsidererà il target sull’inflazione all’1% nella prossima riunione. La linea di credito è stata mantenuta invariata a 25.000 Mld. Verso euro, per il resto della settimana, il cross ha la resistenza a 112,50; il supporto più vicino si colloca a 110, con livello intermedio presso 111. Yuan cinese poco sotto i massimi dal 1993 vs dollaro dopo che la Banca Mondiale ha aumentato le stime di crescita nel 2013 della Cina.

Materie prime: lieve rialzo per il Brent (1,4%), nonostante il calo delle borse Usa, grazie al ribasso delle scorte di greggio Usa ai minimi da 2 mesi. Questa mattina si assiste a prese di profitto sulla scia delle discussioni relative al fiscal cliff. In calo i metalli industriali al Lme, giornata negativa anche per i preziosi, in particolare per l’argento in prossimità dei 31$/oncia. Infine tra gli agricoli spicca il calo della soia (-2%), ai minimi da 3 settimane, dopo la cancellazione di ordini di acquisto dalla Cina.

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