Economia

Governo alla prova DEF, capro espiatorio pronto: Tria

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Il governo giallo-verde alla resa dei conti: entro il 12 aprile l’esecutivo dovrà pubblicare il DEF, il Documento di Economia e Finanza, in cui elencare le sue previsioni sulla situazione economica del paese. Secondo le indiscrezioni stampa di Sole 24 Ore e Bloomberg, ad esempio, il governo abbasserà le stime sul Pil allo 0,1% dall’1%.

Come scrive Il Post, saranno tutte peggiori di quanto era stato promesso nei mesi scorsi e il governo dovrà ammettere il fallimento delle sue promesse sull’economia, in particolare quelle sull’aumento della crescita, sul contenimento del deficit e sulla riduzione del debito pubblico.

Sulla crescita, difatti. il governo aveva stimato un aumento del PIL pari all’1,5%, obiettivo che, secondo le ultime stime della Commissione Ue e dell’Ocse, paiono molto difficili da realizzare. La prima ha previsto che l’Italia crescerà appena dello 0,2% e la seconda che invece di una crescita ci sarà un calo dello 0,2%.

Tria diversivo per distogliere attenzione da taglio stime

La pubblicazione del DEF rischia quindi di trasformarsi in un guaio per il governo e pare che il capro espiatorio per Lega e Cinque Stelle sia il ministro dell’economia Giovanni Tria.

Una bufera al Mef potrebbe essere l’utile diversivo per far passare sotto silenzio quei dati, o fare finta di disconoscerli – «è roba di Tria, la correggeremo a tempo debito». Siamo in piena campagna elettorale delle europee, può essere che qualcuno se la beva (…) Di fronte all’eventualità di dover piegare il capo di fronte a Juncker e Moscovici, Di Maio e Salvini potrebbero decidere di abbandonare il fioretto per la spada. La sostituzione di Tria, in questo senso, avrebbe un significato simbolico enorme, soprattutto se il successore fosse più bellicoso del mite professore di Tor Vergata.

Claudia Bugno nel board di StMicroelectronics, scelta fortemente contestata dai due alleati di governo per i suoi legami passati con Banca Etruria. La consulente del MEF, accusata di conflitto di interessi, ha dovuto così alla fine rassegnare le dimissioni dal Consiglio di amministrazione di STM, ma non dal ruolo di consulente ricoperto al Ministero, dopo la nomina all’Agenzia Spaziale Italiana. Sul Corriere della Sera il ministro Tria ha condannato l’attacco spazzatura sul piano personale ma smentisce l’ipotesi di dimissioni.

“Sciocchezze, se andassi via dovremmo vedere quale sarebbe la reazione dei mercati”.