Economia

Giappone: premier Abe si dimette per motivi di salute, parte il totonomine

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Colpo di scena nel panorama politico giapponese. Come anticipato dai media questa mattina, il primo ministro giapponese Shinzo Abe si è dimesso dall’incarico che ricopre dal 2012.

“Ho deciso di lasciare l’incarico di primo ministro, la mia salute ha iniziato a peggiorare a metà dello scorso mese” ha annunciato in conferenza stampa, spiegando che le dimissioni sono dovute alla ricomparsa di una malattia cronica, la colite ulcerosa che ha da quando era adolescente.
“Non vorrei che la malattia possa incidere su decisioni politiche importanti” ha spiegato Abe assicurando che continuerà a servire il Paese “finché non sarà trovato un successore”.

La diffusione della notizia ha mandato in rosso la Borsa di Tokyo, che ha tuttavia limitato le perdite nel finale.

“Le dimissioni ufficiali odierne del premier giapponese Shinzo Abe hanno posto fine a settimane di speculazioni a seguito delle numerose visite in ospedale effettuate nell’ultimo mese. Nonostante i conseguenti movimenti infragiornalieri del mercato, le dimissioni di Abe non dovrebbero rappresentare uno shock. È un premier di lungo corso con una storia di problemi di salute, e stavano circolando voci sulle sue dimissioni. Tuttavia, la tempistica – nel bel mezzo di una pandemia globale e delle turbolenze economiche che ne derivano, e con un’elezione negli Stati Uniti nel prossimo futuro – è infelice. Questa iniezione di incertezza politica interna generale è probabilmente l’impatto più significativo dell’annuncio di oggi. Fortunatamente, Abe ha da tempo cessato di essere il totem della rinascita economica e di mercato giapponese che era una volta, quindi le sue dimissioni sono molto meno preoccupanti di quanto si sarebbe potuto pensare cinque anni fa” ha commentato Dan Carter, gestore azionario giapponese, Jupiter AM.

Abe, premier giapponese più longevo

Lo scorso 24 agosto Abe era diventato il premier giapponese più longevo di sempre, superando il record di Eisaku Sato – un suo prozio – pari a 2.798 giorni senza interruzioni.

Il primato di Abe era frutto dell’unione del primo breve mandato, tra il 2006 e il 2007, e il successivo periodo al governo, a partire dal 2012 ad oggi. L’ultima vittoria elettorale del partito conservatore alle elezioni politiche del 2017 avrebbe consentito ad Abe di governare fino al settembre 2021.

Partito il totonomine per il successore

Dopo le indiscrezioni sulle dimissioni, è già partito il totonomine dei media nipponici sul possible successore del capo dell’esecutivo. A guidare la lista ancora un a volta il 63enne Shigeru Ishiba, già ministro della Difesa e precedente sfidante di Abe alla guida del partito liberal-democratico.

Tra i favoriti anche l’attuale ministro della Difesa Taro Kono, che ha ricoperto anche il ruolo di ministro degli Esteri nel precedente consiglio dei ministri di Abe.

Nella lista anche l’attuale capo della commissione di vigilanza del partito conservatore, Fumio Kishida, il 71enne capo di Gabinetto Yoshihide Suga – uno dei più fedeli alleati di Abe – e il ministro delle Finanze Taro Aso, che ha già servito come capo del governo per un breve periodo alla fine del 2008.

E adesso?

“Sebbene non ci sia una vittoria scontata per il posto al vertice, in qualunque caso è improbabile una rivoluzione politica. Per noi la politica giapponese si è spesso attenuta al vecchio cliché “stesso vino, bottiglia diversa”: è improbabile che l’era post-Abe abbia un’agenda politica radicalmente diversa, e una transizione ordinata da un membro del partito liberale a un altro rende questo concetto più vero che mai. Abe ha annunciato che continuerà a ricoprire il ruolo di primo ministro fino a quando non verrà scelto un successore e questa dovrebbe essere considerata una buona notizia, in quanto limita il turnover nei ruoli di vertice e rende più probabile l’esclusione di vecchi statisti inclini alla gaffe come il vice primo ministro Taro Aso. I due principali candidati al ruolo di primo ministro sono probabilmente Shigeru Ishiba e Fumio Kishida. Sebbene probabilmente nessuno dei due sarebbe politicamente rivoluzionario, Ishiba è stato più critico nei confronti di Abe in passato. Data la sua posizione più populista, non sorprende che sia popolare e che sia regolarmente in cima ai sondaggi pubblici come prossimo PM preferito. Kishida, al contrario, è stato plasmato e promosso da Abe stesso, e mai il cliché di cui sopra sarà più vero di quanto lo sarà se verrà scelto per prendere il posto del suo mentore politico” ha aggiunto Dan Carter.

Boris Johnson, vicino alle dimissioni?

La notizia del passo indietro di Shinzo Abe arriva in concomitanza con la diffusione di indiscrezioni insistenti secondo cui il premier britannico Boris Johnson sarebbe pronto a dimettersi, a causa di problemi persistenti di salute provocati dal coronavirus.

Se anche questa notizia fosse confermata, nel giro dei prossimi mesi si potrebbe assistere ad un cambio di poltrone tra i maggiori leader del G8. Tutto questo senza contare che, a novembre, ci saranno anche le elezioni Usa. E ad oggi la riconferma di Donald Trump alla Casa Bianca appare incerta.