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Gheddafi chi? Al via la sfida Italia-Francia per il greggio libico

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New York – Solo cinque mesi fa Silvio Berlusconi si diceva addolorato per l’amico colonnello Gheddafi. Ieri – a tempo di record – strette di mano e grandi affari commerciali con il capo provvisorio del governo libico che ha cacciato il rais in compagnia dell’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni.

Obiettivo: non farsi scippare dalla Francia – che si e’ lanciata in prima linea nella guerra (giustificata da una risoluzione Nato) al paese nordafricano – e altri concorrenti il petrolio libico.

Ma mentre a Tripoli si riunisce per la prima volta il comitato esecutivo del Cnt i combattimenti nelle strade della capitale continuano: “Circondato Gheddafi”, annunciano gli insorti, ma lui parla alla tv. Secondo i ribelli sono 20mila i morti del conflitto, iniziato come guerra civile interna e trasformatosi poi in intervento internazionale a scopo umanitario ma che nasconde la sete di fare profitti del mondo Occidentale.

La ripresa delle esportazioni di greggio dovrebbe riprendere tra due, massimo mesi. Almeno cosi’ spera il governo libico dei ribelli, secondo quanto ha detto oggi in un’intervista a Reuters Ali Tarhouni, funzionario incaricato di questioni finanziarie e petrolifere.

“La stima iniziale della Noc (National Oil Corporation) è che si possano avere 500.000-600.000 barili nel giro di due o tre mesi. E poi arriveremo al (livello) normale, di circa 1,6 (milioni). La mia aspettativa è che ciò si possa fare nel giro di un anno”, ha aggiunto Tarhouni.

Il funzionario ha aggiunto che i danni alla maggior parte dei giacimenti libici provocati dalla guerra civile siano stati minimi.

“Lo stato dei giacimenti è migliore del previsto”, ha detto. “La media è di circa il 10%. Oltre il 90% dei giacimenti sono in buone condizioni”.

Ali Tarhouni ha detto anche che la Libia continuerà a onorare gli attuali contratti con le compagnie petrolifere.

Intanto nel paese e’ ancora il caos e i ribelli non possono gridare ancora vittoria. Gheddafi sfugge un’altra volta e in un nuovo messaggio audio dice: “La Libia non sara’ della Francia o dell’Italia”.