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Gas di scisto, sauditi in guerra aperta contro gli Usa

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Il cartello dei maggiori produttori di petrolio ha intensificato la guerra con gli Stati Uniti, cercando di indebolire ulteriormente l’industria del gas di scisto americana.

Lo dimostrano gli ultimi dati pubblicati dall’Opec, secondo cui le esportazioni di greggio hanno raggiunto i massimi di 12 anni, mentre la produzione è al livello più alto del mondo.

Il regno saudita ha venduto oltreoceano in marzo la somma equivalente di 7,89 milioni di barili al giorno, in rialzo dai 7,32 milioni di febbraio e ben il 10% sopra le cifre di un anno prima.

L’Arabia Saudita ha poi prodotto 10,29 milioni di barili di oro nero al giorno in marzo: più di ogni altra nazione del pianeta.

L’Opec sta cercando di infliggere colpi su colpi al mercato del gas di sciso americano visto come una minaccia per l’industria del petrolio. Per farlo sta inondando il mercato di barili di greggio, spingendo al contempo al ribasso il valore dell’oro nero, su livelli che sono insostenibili per molti operatori e che invece i consumatori hanno accolto con gioia.

Per ora la tattica anti concorrenziale sembra funzionare a giudicare dalle attatività di estrapolazione di gas di scisto nel territorio statunitense, in un mercato che è entrato in crisi da quando i prezzi del petrolio hanno perso il 50% del loro valore in meno di sei mesi.

La fase ribassista è iniziata a giugno dello scorso anno e fino a giugno di quest’anno i paesi dell’Opec non toccheranno i livelli di produzione.

(DaC)