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G20, Cina: no red carpet per Obama. Volano insulti e si fa quasi a pugni

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Barack Obama snobbato. O, peggio, Barack Obama umiliato. L’arrivo del presidente degli Stati Uniti in Cina nella giornata di domenica, in occasione dell’evento del G20, è stato caratterizzato da diversi incidenti, gaffe..e anche urla. Più che il benvenuto al leader dell’economia numero uno al mondo, l’accoglienza che i funzionari cinesi hanno riservato a Obama è stata da vignetta. E l’imbarazzo aumenta se si considerano anche gli insulti arrivati dal presidente delle Filippine Rodrigo Duterte che ha minacciato Obama di non intromettersi nella politica di lotta alla droga intrapresa dal paese – che viene portata avanti con metodi non proprio in linea con quello che dovrebbe essere uno Stato di diritt – e che ha detto: “Figlio di p…, te la farò pagare”.

La saga di Obama in Cina è iniziata con lo stesso atterraggio dell’aereo presidenziale all’aeroporto Xiaoshan International Airport di Hangzhou, nella provincia di Zhejiang.

Primo problema: nessuna scaletta per scendere dall’Air Force One. Obama è stato così, come mostra la foto, costretto a scendere da una uscita alternativa: quella di emergenza. Nessun red carpet, insomma, per il presidente Usa.

 E’ stato solo l’inizio di una serie di avvenimenti che molti, alla fine, hanno interpretato non tanto alla stregua di incidenti diplomatici ma, piuttosto, come un chiaro messaggio che la Cina ha voluto recapitare agli Usa.

Mentre Obama ha iniziato a scendere la scaletta di emergenza, un funzionario cinese ha iniziato a urlare contro lo staff della Casa Bianca, in particolare contro un addetto stampa che stava dando istruzioni ai giornalisti stranieri su come disporsi mentre attendevano che Obama finisse di scendere le scale dall’aereo.

I giornalisti stavano per essere condotti dietro a una corda blu, sotto una delle ali dell’Air Force, per poter intervistare senza problemi il presidente americano. Tuttavia, il rappresentante della delegazione cinese ha iniziato a urlare, intimando alla stampa di lasciare la scena dell’arrivo.

Così il funzionario, che si è rivolto in modo aggressivo e in lingua inglese verso il rappresentante dell’ufficio stampa: “Questo è il nostro paese! Questo è il nostro aeroporto!”

A quel punto c’è stata una vera e propria discussione su dove i giornalisti dovessero stazionare e né il portavoce della Casa Bianca né il Ministero degli Esteri in Cina hanno risposto immediatamente a richieste di commenti.

L’alterco è avvenuto al di fuori della vista di Obama. Lo stesso funzionario cinese aveva tentato di impedire alla consigliera per la sicurezza nazionale Susan Rice di dirigersi verso il corteo automobilistico, nel momento in cui la funzionaria ha alzato la linea divisoria entro cui erano stati relegati i giornalisti. A quel punto è intervenuto un agente dei servizi segreti. Stando a quanto riporta Reuters, è possibile comunque che il funzionario cinese non sapesse chi fosse Susan Rice, scambiandola con un giornalista.

Ma l’assurdità è continuata.

Al Westlake Statehouse, sede in cui si è tenuto il summit del G20, alcuni rappresentanti dello staff  arrivati prima di Obama, sono stati fermati al checkpoint per le misure di sicurezza.

Anche lì è seguita una discussione accesa tra lo staff della Casa Bianca e i funzionari cinesi. Oggetto della discussione, è stato il numero di americani che avrebbero potuto attraversare il checkpoint e dunque entrare nell’edificio prima di Obama e, anche, quali di essi si trovassero nella lista di sicurezza. Un membro dello staff Usa, è stato sentito dire, esasperato;:

“Il presidente arriverà qui tra un’ora”.

E mentre la discussione continuava, un funzionario cinese che stava assistendo lo staff Usa ha perso le staffe, rimproverando il modo in cui il le guardie addette alla sicurezza stavano trattando la delegazione americana. Rivolgendosi a una guardia, le ha detto:

“Non si spingono le persone. Nessuno ti ha dato il diritto di toccare o spingere“, ha urlato.

Al rimprovero, la guardia – così è sembrato, stando a quanto riporta il sito Politico – ha tentato di sferrare anche un pugno al suo interlocutore, fino a quando un altro funzionario cinese si è fatto avanti per separare i due uomini A quel punto, un membro dello staff della Casa Bianca ha detto:

Calmatevi, per favore, calmatevi“.