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Fuga di capitali nei mercati emergenti, situazione senza precedenti

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NEW YORK (WSI) – Continua la fuga dei capitali dai mercati emergenti. Secondo le ultime della banca americana JP Morgan, tra il secondo e il terzo trimestre di quest’anno ammonterebbe a circa mezzo trilione di dollari i flusso di denaro fuoriuscito dai mercati in via di sviluppo.

Una situazione che gli analisti della banca americana non esitano e definire come ‘senza precedenti‘. La situazione, causata dalle oscillazioni valutarie che hanno interessato i mercati come la Turchia e il Brasile, rischia di aggravarsi in presenza di un rialzo dei tassi della Fed. In teoria – mette in evidenza un articolo di Zerohegde – tale situazione potrebbe alimentare una nuova pesante fuga di capitali.

Ed e’ proprio pe evitare tale ‘esodo’ che  – si legge nell’articolo – la Fed avrebbe deciso, lo scorso settembre, di non mettere in atto la prima stretta monetaria del 2006.

Tra le altre ragioni scatenanti non va dimenticata la frenata dell’economia cinese. “Market mover” che, insieme alla prospettiva di un rialzo dei tassi della Fed, agisce molto spesso di concerto. Si pensi ad esempio alle commodities.

Il mercato delle materie prime, che da tempo soffre di problemi di squlibrio tra l’offerta e la domanda fa i conti non solo con il rischio di un calo delle richieste da parte del principale importatore di materie prime industriali al mondo (la Cina appunto) ma anche con il rafforzamento della valuta in cui sono scambiati (il dollaro) sull’aspettativa di un rialzo dei tassi Fed.