NEW YORK (WSI) – Sell off massiccio sui prezzi dell’oro. Soprattutto, improvvisi. Un ordine di vendite ha provocato un flash crash del metallo prezioso. Nell’arco di soli 4 minuti, quasi 2 milioni di once sono state smobilizzate sui mercati dei futures, portando le quotazioni al minimo in tre mesi.
Da un lato si parla di movimenti dettati dalla speculazione, pura e semplice; dall’altro lato c’è chi ritiene che a mettere sotto pressione i prezzi siano le speranze di un accordo sul tetto sul debito Usa, volto a scongiurare il default.
Sul Comex di New York, le quotazioni sono scese ben sotto la soglia dei$1.300 l’oncia, fino a $1.260 circa.
In realtà la contraddizione dell’oro è ben visibile. Il bene rifugio per eccellenza dovrebbe salire, non scendere, in una tale situazione di incertezza che, con lo shutdown del governo Usa entrato ufficialmente nel suo 11° giorno, presenta continue incognite.
E infatti, in una nota che è stata pubblicata in giornata, gli analisti di Commerzbank hanno ammesso che “la continua incertezza” potrebbe tradursi anche in “ulteriori politiche accomodanti da parte della Fed”, che “dovrebbero sostenere i prezzi dell’oro”. Tuttavia, gli stessi scrivono che nel “breve termine, il desiderio di vendere è chiaramente dominante”.
Inoltre, gli analisti di Kitco Metals hanno scritto che perfino “un accordo a breve termine” a Washington “dovrebbe avere l’effetto di scatenare nuove vendite, fino al valore di $1,257 la prossima settimana. Dall’altro lato, ogni eventuale interruzione nelle trattative potrebbero portare le quotazioni dell’oro a salire, fino al test di $1,297 l’oncia.