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Fitch: a rischio tripla A Regno Unito, “debito instabile”

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New York – L’agenzia di rating Fitch minaccia di togliere la tripla A al Regno Unito gia’ dall’anno prossimo. “Aver mancato l’obiettivo di rientro di bilancio – si legge in una nota – indebolisce la credibilita’ della struttura fiscale britannica, che e’ uno dei fattori sui quali ci si basa per valutare il rating”.

Il giudizio sara’ rimesso in esame dopo il piano di bilancio di marzo.

La bilancia commerciale britannica si e’ rivelata peggiore delle attese, allargandosi a 3,6 miliardi di sterline. Le stime erano per un dato di 3 miliardi. Il gap del periodo agosto – ottobre e’ salito alla quota record di £28 miliardi. Solo nel mese di ottobre registrato una forchetta di 9,5 miliardi. Export in calo del -1%, importazioni in aumento del +2,5%.

Sempre oggi Standard & Poor’s ha bocciato la Grecia, dicendo che ormai e’ “quasi in default”. Dopo il piano di riacquisto di titoli di stato, infatti, l’agenzia ha fatto sapere che potrebbe rivedere la sua opinione.

Nei giorni scorsi hanno iniziato a circolare voci circa un possibile declassamento da parte dell’altra agenzia USa Moody’s del rating degli ultimi paesi nobili dell’area euro che possono ancora vantare il massimo giudizio sulla qualita’ del credito.

L’altro grande paese con i conti pubblici in bilico sono gli Stati Uniti, che devono fare i conti con la contemporanea scadenza di sgravi fiscali e lo scatto automatico di incrementi fiscali automatici per 607 miliardi di dollari.

Il presidente americano Barack Obama e lo speaker alla Camera John Boehner hanno avuto ieri una conversazione telefonica in cui hanno parlato del precipizio fiscale, l’insieme di tagli automatici alla spesa e aumenti dell’imposizione fiscale in cui gli Stati Uniti potrebbero incorrere se entro la fine dell’anno Casa Bianca e Repubblicani al Congresso non troveranno un accordo.

A riferire della telefonata ai media americani è stato il portavoce di Boehner, secondo cui i due avrebbero considerato la possibilità di riprendere presto le negoziazioni.

Il presidente americano ieri, durante l’incontro annuale della Business Roundtable – una lobby che rappresenta le maggiori società americane – aveva ribadito la sua linea dura: le tasse per gli americani più abbienti devono salire mentre le agevolazioni fiscali per la classe media devono continuare.

L’inquilino della Casa Bianca aveva anche rifiutato eventuali tentativi da parte dei Repubblicani di usare il tetto al debito pubblico come una forma di ricatto smentendo così voci secondo cui i repubblicani potrebbero accettare l’estenzione dei tagli alle tasse per la classe media adesso, ma rimandando il resto delle questioni legate al precipizio fiscale all’anno prossimo.