Economia

Fisco: in calo (-7%) il gettito nei primi sei mesi dell’anno. Pesante flessione dell’Iva

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Il rallentamento economico dovuto all’emergenza coronavirus e alcune misure prese dal governo Conte per affrontare l’emergenza sanitaria hanno portato in Italia ad un calo del gettito fiscale nei primi sei mesi dell’anno.
Secondo quanto comunicato dal ministero dell’Economia da gennaio a giugno, le entrate tributarie sono scese a 186,3 miliardi di euro, facendo segnare una riduzione di 13,9 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-7%).
Il calo più marcato lo hanno fatto registrare le imposte indirette (in particolare l’Iva) mentre si è registrato un aumento del gettito di quelle dirette grazie soprattutto alle maggiori entrate sul capital gain.

Aumenta il gettito delle imposte dirette
Nei primi sei mesi dell’anno sono state incassati 108,4 miliardi di euro di imposte dirette (sui redditi da lavoro e capitale), con un incremento di 5,4 miliardi di euro (+5,3%) rispetto allo stesso periodo del 2019.
Il gettito Irpef si è attestato a 88,4 miliardi di euro (-2,3%). La flessione è riconducibile principalmente all’andamento delle ritenute sui redditi dei dipendenti del settore privato (-8,8%) e delle ritenute sui redditi dei lavoratori autonomi (-10,7%), mentre le ritenute sui redditi dei dipendenti del settore pubblico registrano un incremento pari al 4,2%.
Tra le altre imposte dirette vanno segnalati gli incrementi dell’imposta sostitutiva sui redditi nonché ritenute sugli interessi e altri redditi di capitale (+66 milioni di euro), dell’imposta sostitutiva sui redditi da capitale e sulle plusvalenze (+849 milioni di euro) che riflettono le performance positive dei mercati finanziari nel corso del 2019 e dell’imposta sostitutiva dei fondi pensione (+1,13 miliardi di euro), il cui incremento è determinato dai risultati positivi dei rendimenti medi ottenuti nel 2019 dalle diverse tipologie di forme pensionistiche complementari.

Pesante flessione per il gettito dell’Iva
Le imposte indirette, che dovrebbero colpire tutti indipendentemente dal reddito, sono state pari a 77,8 miliardi di euro e registrano una flessione di 19,4 miliardi di euro (-20%). Il notevole calo è imputabile principalmente alla diminuzione dell’Iva (-11,8 miliardi di euro, pari a -19,2%)
Tra le altre imposte indirette, registrano un incremento l’imposta sulle assicurazioni (+44 milioni di euro pari al 10,2%) e l’imposta di bollo (+268 milioni di euro pari al 8,3%), mentre l’imposta di registro segna una diminuzione di 658 milioni di euro (–27,3%).
L’accisa sui prodotti energetici, loro derivati e prodotti analoghi ha registrato una riduzione di 3,26 miliardi di euro (-28,8%) per l’applicazione del decreto rilancio (art.130-131-132), con il quale sono state ridotte le percentuali degli acconti mensili all’80%.

Entrate da giochi dimezzate
Le entrate relative ai “giochi” ammontano, nei primi sei mesi 2020, a 4,49 miliardi di euro (-3,3 miliardi di euro, -42,5%).

In calo l’attività di contrasto all’evasione fiscale
Il gettito delle entrate tributarie derivanti da attività di accertamento e controllo si è attestato a 4.127 miliardi (-858 milioni di euro, pari a –17,2%) di cui: 1,894 miliardi di euro (-611 milioni di euro, -24,4%) sono affluiti dalle imposte dirette e 2,2 miliardi di euro (-247 milioni di euro, -10%) dalle imposte indirette.
Secondo quanto specificato dal Mef i dati risultano influenzati dal decreto “Cura Italia” che aveva già sospeso i termini di versamento delle entrate tributarie e extratributarie derivanti da cartelle di pagamento emesse dagli agenti della riscossione nel periodo dall’8 marzo al 31 maggio 2020, ulteriormente prorogati dal Decreto Rilancio fino al 31 agosto.