Economia

Finlandia, si comincia: reddito di base a 2 mila disoccupati

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

L’esperimento del reddito di base universale sta per partire in Europa. Le autorità della Finlandia doneranno presto soldi a 2 mila persone disoccupate, senza nessuna restrizione di sorta (reddito, burocrazia). In pratica anche i poveri avranno diritto a un salario.

Il social welfare dei paesi scandinavi è famoso per essere all’avanguardia e sapersi adattare ai cambiamenti del mercato del lavoro. La sua sostenibilità viene anche spesso citata dagli economisti come un buon esempio di gestione delle finanze pubbliche. Questo grazie all’evasione fiscale praticamente esistente e un’economia in buona salute. Il rapporto tra debito e Pil è di poco superiore al 50%.

Il governo finlandese da qualche tempo sta esplorando nuovi modi per aiutare le persone in maggiori difficoltà economiche. L’anno prossimo 2 mila persone residenti in Finlandia e sorteggiate a caso riceveranno in regalo un sussidio automatico sul proprio conto. A usufruire del reddito di base universale possono essere tutte le persone facenti parte della società finlandese, senza distinzioni.

La misura, della durata di due anni, è ancora in fase sperimentale e le autorità vogliono scoprire se il reddito extra spingerà i cittadini disoccupati a cercarsi un lavoro oppure se sprecheranno i soldi così ottenuti in acquisti futili. Il reddito di base di cittadinanza si distingue dal reddito minimo garantito ed è molto più difficile metterlo in pratica senza compromettere le finanze dello Stato.

Con il reddito universale di cittadinanza chiunque riceve un salario fisso dal governo a prescindere dal loro reddito o dal fatto che lavorino o meno. Nella versione finlandese si ipotizza la consegna di 620 euro che salgono a 750 euro se si calcolano anche 130 euro per disoccupazione, malattia e congedo parentale. Ma, sempre che la misura funzioni, l’obiettivo ambizioso delle autorità è di arrivare a mille euro. I fondi (permanenti) servono per garantire alla persona che ne usufruisce di restare sopra la soglia di povertà e di contribuire al benessere della società alla quale appartengono.

Il reddito minimo garantito è invece una sorta di sussidio di disoccupazione con delle limitazioni, come il reddito percepito. Entrambe le misure di sostegno sono diventate sempre più popolari nel mondo occidentale – in Italia lo propone il programma del MoVimento 5 Stelle – anche per via di come è cambiato il mondo del lavoro. Un posto fisso è diventato ormai una chimera e i robot e altri macchinari stanno rimpiazzando diversi lavori, mentre la gig economy (l’economia dei contratti a progetto) prende sempre più piede.