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Fink (BlackRock) favorevole alle criptovalute anche dopo il caso FTX

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L’amministratore delegato di BlackRock, Larry Fink, afferma di vedere ancora delle promesse nella tecnologia sottostante alle criptovalute, nonostante tutto quello che è successo con FTX. Il miliardario ha parlato dello scandalo FTX al New York Times DealBook Summit di ieri:

“In realtà credo che la maggior parte delle società di criptovalute non saranno in circolazione in futuro”.

BlackRock, il più grande gestore patrimoniale del mondo che supervisiona circa 8.000 miliardi di dollari, aveva precedentemente investito 24 milioni di dollari in FTX. Fink è convinto che la società di Sam Bankman-Fried potrebbe aver fuorviato gli investitori.

“Dovremo aspettare di vedere come si evolverà la situazione. Voglio dire, in questo momento possiamo fare tutte le valutazioni del caso. Sembra che ci siano stati comportamenti scorretti dalle conseguenze importanti”.

La valutazione di FTX è schizzata a 32 miliardi di dollari all’inizio dell’anno, dopo aver raccolto fondi in sette round di venture capital a partire dal 2018, compreso un round di serie B-1 del valore di 420,69 milioni di dollari lo scorso ottobre.

Tutto questo si è rapidamente sgretolato all’inizio di questo mese, dopo una bancarotta da 6 miliardi di dollari, innescata da preoccupazioni di scarsa liquidità e da una cattiva gestione. FTX è ora sottoposta a procedura fallimentare, e gli ultimi dati mostrano che deve 3,1 miliardi di dollari ai suoi 50 maggiori creditori, con fino a un milione di utenti fuori dalle spese.

L’ex amministratore delegato Sam Bankman-Fried ha dichiarato al DealBook Summit di non aver commesso intenzionalmente alcuna frode e di essere “francamente sorpreso” di quanto fosse grande la posizione di Alameda nel token nativo del suo exchange, FTT. Fink è convinto che l’emissione da parte di FTX di una propria criptovaluta, soprattutto senza divulgare in modo appropriato i propri bilanci, abbia portato alla sua rovina.

Le grandi società di venture capital Sequoia e Temasek erano tra quelle esposte maggiormente nell’exchange. Sequoia si era dimostrata entusiasta di Bankman-Fried, affermando in un post sul suo blog ora cancellato che il suo intelletto era “tanto impressionante quanto intimidatorio”.

Sia Temasek che Sequoia hanno da allora azzerato le loro partecipazioni in FTX, mentre il l’Ontario Teachers’ Pension Plan (il fondo pensione degli insegnanti dell’Ontario) intende fare lo stesso con il suo investimento di 95 milioni di dollari.

Nonostante i problemi legati al exchange fallito, Fink, un tempo scettico nei confronti delle criptovalute, ha affermato che la tecnologia che l’alimenta sarà “molto importante”, rifacendosi al mantra “blockchain, non Bitcoin” sentito in passato a Wall Street.

In effetti, negli ultimi tempi si sono registrati nuovi e importanti sviluppi in questo settore, con importanti istituzioni che si sono cimentate nella negoziazione di titoli e obbligazioni tokenizzati su blockchain pubbliche e ragionevolmente decentralizzate.

Gli exchange decentralizzati on-chain stanno avendo sempre più successo, ma i mercati tradizionali alimentati da blockchain sono ancora lontani.