Economia

Fed snobba l’inflazione: nuovo rialzo tassi in dicembre

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Nonostante l’inflazione debole, la Fed procederà con il rialzo dei tassi a dicembre. È quanto emerso dai verbali della riunione degli scorsi 19 e 20 settembre del Federal Open Market Committee, il braccio di politica monetaria della Banca centrale statunitense nel quale si legge inoltre che “quasi tutti” i membri dell’Fomc si sono detti d’accordo a settembre nel sostenere che “un approccio graduale nell’alzare i tassi sarà probabilmente necessario.

Per quanto riguarda i prezzi, è da 5 anni che l’inflazione non cresce al tasso annuo del 2% come vorrebbe la banca centrale Usa e qualcuno al suo interno inizia a temere che il trend non sia semplicemente dovuto a fattori temporanei. Su una cosa i vari membri del Federal Open Market Committee sono d’accordo: nei mesi a venire monitoreranno “attentamente” i dati in arrivo. Nel frattempo il mercato continua a credere che una stretta ci sarà entro la fine dell’anno come anticipato dalla Fed stessa nel suo ultimo meeting.

Nei verbali si legge anche che ci si aspetta che il tasso di disoccupazione continui a diminuire. Mentre sul fronte della crescita, nel terzo trimestre, il Pil è stato frenato dal passaggio degli uragani Harvey, Irma e Maria, ma l’avvio della ricostruzione sosterrà la crescita del Prodotto interno lordo negli ultimi tre mesi dell’anno, si legge ancora nei verbali.

A settembre, i tassi sono rimasti all’1-1,25%  mentre in quell’occasione la Fed ha annunciò che dal mese in corso sarebbe iniziata la storica riduzione del bilancio della Fed. Sempre in quell’occasione, l’istituto di politica monetaria segnalò l’intenzione di alzare il costo del denaro un’altra volta nel 2017, dopo le strette di marzo e giugno.

Nel reddito fisso, i Treasury sono tornati a perdere quota dopo i verbali della Fed. Il decennale ha chiuso con rendimenti – che si muovono inversamente ai prezzi – al 2,346% dal 2,343% della seduta precedente. Il dollaro si e’ leggermente indebolito.