Economia

La Fed conferma i tassi a zero

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Nessuna sorpresa dalla Fed. Come nelle anticipazioni del mercato, la banca centrale Usa ha mantenuto i tassi di interesse fermi nell’intervallo tra lo 0 e lo 0,25%.

Secondo quanto si legge nel comunicato, i tassi rimarranno fermi fino a quando l’istituto di politica monetaria non sarà “sicuro che l’economia sia sulla buona strada per raggiungere i suoi obiettivi di massima occupazione e stabilità dei prezzi”.

Oltre a mantenere i tassi a zero, il Federal Open Market Committee, il braccio operativo della Federal Reserve che determina la politica monetaria, ha espresso il proprio impegno a proseguire con gli acquisti di obbligazioni e i programmi di prestito e liquidità necessari per far ripartire l’economia a stelle e strisce, finita in recessione per via della pandemia da Covid.

Prorogato il piano di prestiti

Un assaggio dell’impegno della FED è già arrivato ieri quando la banca centrale statunitense ha esteso di tre mesi, fino al 31 dicembre 2020, il massiccio piano di prestiti all’economia.

La scadenza era precedentemente fissata al 30 settembre, ma l’andamento dei contagi USA, la crescita stentata e l’ipotesi di nuove ondate epidemiche conseguenti al lockdown non sembrano consentire, almeno per il momento, di pensare ad un ritiro degli stimoli.

L’estensione  “faciliterà la pianificazione per chi usufruisce degli strumenti di credito e da’ la certezza che i prestiti continueranno a essere disponibili per aiutare l’economia a riprendersi dalla pandemia di Covid-19”, si legge in una nota della Banca centrale americana, in cui si sottolinea che i prestiti “hanno fornito un supporto cruciale, stabilizzando e migliorando in modo significativo il funzionamento del mercato e sostenendo il credito alle famiglie, alle aziende e alle amministrazioni statali e locali”.

Ciascuno strumento, ricorda la Fed, era stato creato nell’ambito del Federal Reserve Act, con l’approvazione del segretario al Tesoro americano. L’estensione si applica a tutta una serie di prestiti e linee di credito alle singole persone, alle istituzioni pubbliche e alle aziende.

Economia in ripresa ma sotto i livelli pre-Covid

Tornando alla riunione di oggi, nel comunicato stampa successivo al meeting, lo stato di crescita attuale viene considerato come migliore di quanto non fosse ai minimi ma ancora  ai livelli pre-covid.

“Dopo un forte arretramento, l’attività economica e l’occupazione hanno segnato un lieve miglioramento negli ultimi mesi, ma rimangono ben al di sotto dei loro livelli di inizio anno”, afferma la nota. “La domanda più debole e i prezzi del petrolio significativamente più bassi stanno riducendo l’inflazione dei prezzi al consumo. Le condizioni finanziarie complessive sono migliorate negli ultimi mesi, in parte riflettendo le misure politiche a sostegno dell’economia e del flusso di credito alle famiglie e alle imprese statunitensi. Il percorso dell’economia dipenderà in modo significativo dal corso della pandemia”, si legge nella nota.

La Federal Reserve ha annunciato infine l’estensione di nove accordi di swap line con altrettante banche centrali fino al 31 marzo 2021.

Gli accordi in oggetto riguardano linee di liquidità fino a 60 miliardi di dollari ciascuna con le banche centrali dell’Australia, del Brasile, della Corea, del Messico, di Singapore e della Svezia.

Gli altri tre accordi, del valore massimo di 30 miliardi di dollari, sono invece in essere con le banche centrali di Danimarca, Norvegia e Nuova Zelanda.