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FBI: “sappiamo come sbloccare l’iPhone senza l’aiuto di Apple”

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NEW YORK (WSI) – Arriva la svolta nel famoso caso che coinvolge l’Apple di Tim Cook e l’Fbi in merito allo sblocco dell’iPhone di uno degli autori della strage di San Bernardino, avvenuta lo scorso 2 dicembre e in cui Rizwan Farook e la moglie uccisero 14 persone. Il colosso di Cupertino ha sempre negato alle autorità americane di poter accedere all’iPhone perchè in tal modo verrebbe a crearsi un precedente in tema di violazione della privacy degli utenti.

Apple ha sempre negato categoricamente lo sblocco dei suoi melafonini grazie anche al consenso raccolto attorno a sé di altri big della Silicon Valley, da Google a Facebook fino a Twitter e Amazon. Ecco le parole di Tim Cook durante uno degli incontri con gli esperti di sicurezza nazionale:

“I dispositivi criptati sono qui per restare. Le autorità devono trovare altri modi per fare il loro lavoro in un mondo nuovo”.

Dall’altra parte l’Fbi si è sempre appellata all’autorità giudiziaria per far leva sul diritto-dovere di indagini. Ora il DOJ, il Dipartimento di giustizia da cui dipende l’Fbi fa sapere che ha trovato un modo per decriptare da sola, senza l’aiuto dell’Apple, l’iPhone incriminato, chiedendo pertanto il rinvio dell’udienza prevista per il 22 marzo al 5 aprile al tribunale di Riverside in California. Nelle carte depositate per l’istanza di rinvio, la procura federale ha reso noto che una non identificata “terza parte” ha dimostrato all’Fbi di poter sbloccare l’iPhone di Syed Farook.

“Una terza parte ha dimostrato all’Fbi un possibile metodo per sbloccare l’iPhone di Farook. Una fase di test è richiesta per determinare se si tratta di un metodo che comprometta i dati del telefono. Se si dimostrasse praticabile, eliminerebbe la necessità di aiuto da parte di Apple”.

L’Apple chiede così di vedere le carte in mano alla procura e tramite i suoi legali ha dichiarato di non conoscere le tecniche presunte che potrebbero essere usate per sbloccare l’iPhone e come tale attende che vengano condivise. Se gli esami specifici funzioneranno, l’Fbi non avrà bisogno di Apple per entrare nell’iPhone.