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Evergrande evita (per il momento) default, paga cedole sui bond da $ 83,5 milioni

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Evergrande evita il default. Almeno per il momento. Il colosso immobiliare cinese, oberato da oltre 300 miliardi di dollari di debito, ha pagato gli 83,5 milioni di dollari di coupon sul bond offshore in dollari scaduti il 23 settembre: la mossa, secondo quanto riporta il Securities Times, ha evitato la bancarotta di un soffio visto che i 30 giorni di tolleranza sarebbero scaduti sabato.

L’operazione sarebbe stata effettuata attraverso un conto Citibank. Evergrande ha infatti trasferito alla banca americana la cifra necessaria a onorare il pagamento agli investitori.  La notizia ha ridato un po’ di ossigeno al titolo, che ha registrato un rimbalzo positivo di quasi l’8%.

Rischio default è solo rimandato

Ma le preoccupazioni sul futuro di Evergrande non finiscono qui. Il rischio default di Evergrande è stato solo rinviato per un po’ di tempo. Il focus ora si sposta sul pagamento di altri 573 milioni di dollari in interessi per bond che scadono entro la fine dell’anno, mentre nel 2022 vanno a maturazione 7,7 miliardi di dollari di obbligazioni.

A complicare la situazione di Evergrande, il fallimento dei negoziati per la cessione del 50,1% di Evergrande Property Services Group, la sua divisione di servizi immobiliari, a Hopson Development Holdings, che ha fatto sfumare un incasso di 20 miliardi di dollari di Hong Kong (2,6 miliardi di dollari). Le trattative erano iniziate i primi di ottobre, ma due giorni fa è stato comunicato lo stop alle discussioni.

Paura per effetto contagio

La lotta del gruppo Evergrande per ridurre il debito da oltre 300 miliardi di dollari tiene i mercati con il fiato sospeso sollevando timori che un default possa innescare una crisi finanziaria globale.

Secondo Li Gan, professore di economia presso la Texas A&M University, le dimensioni del comparto immobiliare cinese deve essere “sostanzialmente più piccolo” per mantenere l’economia complessiva sana e stabile.

“Abbiamo un rischio troppo grande nel settore. Abbiamo costruito troppe abitazioni, quindi la stabilizzazione deve prima venire da un ridimensionamento del settore”, ha detto mercoledì  alla CNBC. Gan stima che circa il 20% delle abitazioni cinesi siano vuote poiché gli acquirenti accumulano la seconda e la terza proprietà come investimenti. Tutto questo mentre si continuano a costruire milioni di nuove unità ogni anno.