Economia

Eurovita commissariata, quali sono i rischi

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Eurovita sta attraversando un periodo particolarmente pesante. L’Ivass ha deciso di congelare i riscatti delle polizze della compagnia di assicurazioni, che è stata commissariata il 31 gennaio 2023. La decisione è stata presa nel tentativo di arginare la fuga dei clienti e per un possibile smottamento del capitale. L’Ivass, con un provvedimento preso nella serata del 6 febbraio 2023, ha pubblicato sul proprio sito internet un provvedimento con il quale ha sospeso temporaneamente – almeno fino al 31 marzo 2023 – la possibilità, da parte dei contribuenti, di esercitare i riscatti che sono previsti e regolamentati dai vari contratti di assicurazione e di capitalizzazione.

I rischi del blocco dei riscatti delle polizze di Eurovita

La decisione su Eurovita arriva a seguito della decisione, avvenuta nei giorni scorsi, di azzerare i vertici della società e di provvedere a nominare commissario, un esperto del comparto come Alessandro Santoliquido, che in passato era stato ceo di Amissima. La decisione di congelare la possibilità di chiedere i riscatti da parte dei clienti si è resa una misura particolarmente necessaria.

Il provvedimento, senza dubbio, è risultato molto pesante, nei confronti di Eurovita, e può essere paragonabile a un congelamento dei depositi bancari. La decisione dell’Ivass è giustificata dalla necessità di bloccare l’emorragia che rischiava di aggravare, in maniera irrimediabile, la situazione di Eurovita. Ma soprattutto è stata dettata dalla necessità di vederci chiaro sulla situazione relativa ai conti.

Potranno salvarsi dal blocco, quanti chiedono riscatti ed anticipazioni delle pensioni complementari. Saranno tutelati anche quanti hanno presentato delle richieste di riscatto ai sensi delle condizioni contrattuali anteriormente alla sospensione, che è stata disposta per le ore 20.00 di lunedì 6 febbraio 2023.

Una crisi che si trascina da tempo

La crisi di Eurovita si trascina, ormai, da un po’ di tempo. A far emergere i primi problemi erano state le autorità di regolamentazione del mercato assicurativo, che hanno trovato un coefficiente di solvibilità troppo basso, ma soprattutto è stato trovato un capitale non adeguato alle norme regolamentarie. A questo punto è scattata la richiesta di una ricapitalizzazione della società per almeno 200 milioni di euro.

Cinven, che è l’azionista di riferimento della società, al momento è impossibilitato a mettere altre risorse all’interno della società assicurativa. Proprio per questo motivo aveva deciso di cedere il controllo della società. A farsi avanti erano stati alcuni potenziali acquirenti. Tra questi c’era il fondo di private equity JC Flowers, azionista di Eurovita fino al 2017, che si era dimostrato disposto a riacquistare la compagnia per circa 300 milioni. Nell’operazione, sarebbe stato affiancato dal riassicuratore tedesco Munich Re con un ruolo strategico, dal momento che avrebbe dovuto riassicurare le polizze di Eurovita e dare stabilità alla compagnia.

Purtroppo, l’operazione con JC Flowers è saltata una decina di giorni fa: il fondo si è ritirato dall’operazione, anche se non ne è chiaro il motivo. Le vere motivazioni potrebbero emergere dopo le indagini dell’Ivass e del commissario.