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Euro sotto la parità contro il dollaro, poi risale. Le stime degli analisti

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Continua il rally del dollaro, che schiaccia (anche se temporaneamente) l’euro sotto la soglia della parità. In tarda mattinata la valuta europea ha toccato quota 0,999 dollari per poi risalire a 1,005 nei confronti del biglietto verde. A rafforzare il dollaro, le dichiarazioni di diversi policymaker della Banca centrale americana hanno parlato di ulteriori aumenti aggressivi deitassi di interesse, in quanto la FED è ancora impegnata a combattere l’inflazione.

“I recenti commenti della FED hanno fornito un quadro più equilibrato dopo la lettura accomodante dei mercati sugli ultimi verbali del FOMC”, hanno notato gli analisti di ING, secondo i quali la domanda più importante non sarà se si passerà a un ritmo più lento, ma se questo cambierà l’endpoint. “Questo è meno chiaro ed è improbabile che venga data una risposta presto”, sottolineano.

I mercati avevano inizialmente risposto positivamente alla pubblicazione dei verbali dell’ultimo meeting della Banca centrale americana, dai quali è emerso che ci potrebbero essere tassi alti per un lungo periodo per combattere l’inflazione. Tuttavia, nonostante la FED abbia evidenziato la “poca evidenza” che le pressioni inflazionistiche si stiano attenuando, faceva emergere la possibilità di un rallentamento nel ritmo dei rialzi.

Gabriel Debach, market analyst di eToro ha spiegato:

La parità EUR/USD è la principale linea di demarcazione nei mercati valutari globali. Non era stata valicata da vent’anni, la precedente volta risale al periodo della crisi dotcom (2000-2002) dove allora il cambio scese ulteriormente del 17%, toccando i minimi storici sui $0,82. Nelle ultime settimane è la seconda volta che invece viene ad essere testata. A tenere con il fiato sospeso la moneta unica le rinnovate pressioni energetiche. In tale scenario di notevole incertezza in Europa sia sul lato di lotta all’inflazione (percorso di rialzi dei tassi) che di stabilità economica, il differenziale tra i tassi dell’euro nei confronti del dollaro è andato aumentando”.

Cosa aspettarsi per il futuro?

Debach fa notare che le previsioni non sono delle più rosee e la parità potrebbe essere persino superata. Gli indicatori tecnici restano ancora negativi, soprattutto su un grafico a time frame settimanale, con RSI che viaggia prevalentemente sotto i 50 punti e con un ADX a 45 punti che rimarca una forte tendenza. I maggiori livelli di supporto da monitorare sono sulla parità ed in estensione l’area dei 0,98. Al rialzo si monitorano i livelli di resistenza dell’area dei $1,05″

A questo proposito, Saverio Berlinzani, analista senior di ActivTrades ha spiegato che “la sensazione è  che la salita del dollaro non sia terminata e abbia ancora da dare. Sara’ interessante capire se ci saranno dei bid istituzionali sotto certi livelli” ha spiegato

Secondo Thomas Hempell, Head of Macro & Market Research di Generali Investments, “la divergenza della politica monetaria, tra una Fed che sta già  alzando aggressivamente i tassi e una BCE che ha appena cominciato, continuerà a sostenere il dollaro. E’ vero, la valuta statunitense è cara e sembra aver raggiunto livelli piu’ estremi rispetto ai rendimenti relativi; nel frattempo, la maggior parte delle altre principali banche centrali sta recuperando terreno nell’aumento dei tassi (con la notevole eccezione della BoJ)”. Secondo l’esperto, “le posizioni speculative net long in dollaro sono alte, anche se non eccessivamente. Tuttavia, come affermato in precedenza, è improbabile che le tensioni geopolitiche e le incertezze sui tassi si allentino presto, confermando il dollaro come un bene rifugio”.