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Eni ha ancora benzina per correre, i giudizi degli analisti in attesa della trimestrale

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Piace agli analisti il titolo Eni. Nonostante i guadagni accumulati da inizio anno (+10%), le azioni della società del cane a sei zampe hanno, a dettagli degli esperti, ancora benzina per correre rispetto al prezzo di 13,57 euro di oggi. Così in attesa della trimestrale, a prevalere sono i giudizi buy (comprare):  il 65% della platea di chi copre il titolo contro il 35% che suggerisce un più cauto hold (tenere). Alla luce dei valori attuali, il potenziale medio di upside è individuato a 16 euro, il 16% oltre il valore attuale. Ma c’è chi si spinge oltre.

Eni, i giudizi degli analisti

Tra questi Kepler Cheuvreux, che negli ultimi giorni ha confermato la sua view bullish sul titolo nell’ambito di una nota dedicata al settore oil e gas a livello europeo. Nel caso particolare di ENI, gli analisti ribadiscono l’invito ad acquistare, quindi la raccomandazione “buy”, con un prezzo obiettivo alzato a 17 a 20 euro. Il nuovo target è decisamente appetibile, visto che offre un potenziale di upside di oltre il 50% rispetto alle quotazioni correnti a Piazza Affari.

Tra i giudizi buy spicca anche quello di Deutsche Bank (tp 14,90 euro), SocGen (16 euro), Banca Akros (16,50 euro) ed Equita sim (18 euro). Outperform arriva da Bnp Paribas (17 euro) ed Intermonte (16 euro). Tra i più cauti Oddo, che suggeriscono neutral con  un target price comunque di 15 euro, sopra i prezzi delle ultime sedute.L’attesa per le trimestrale

Ma veniamo ai conti del primo trimestre di Eni, che verranno pubblicati il prossimo 29 aprile. In vista della pubblicazione, gli analisti di Equita si attendono “una forte crescita sequenziale dell’Ebit grazie al miglioramento dei prezzi degli idrocarburi (sia Brent sia gas) e il settore di Refining & Marketing a breakeven grazie ai forti margini di marzo”. Nel dettaglio, gli esperti della sim milanese indicano un utile netto rettificato pari a circa 2,372 miliardi di euro (+12% t/t) e un Ebit di 4,586 miliardi (+20% t/t). “Miglioriamo lievemente le stime sull’Eps 2022 in funzione delle ipotesi sul margine di raffinazione che è migliorato significativamente a marzo/aprile grazie al crack sul diesel”, indica Equita.