Borsa Milano in rialzo, maxi taglio stime petrolio da Morgan Stanley

di Laura Naka Antonelli
Pubblicato 4 Febbraio 2016 • Aggiornato 29 Febbraio 2016 09:24

ROMA (WSI) – Dopo il crollo di ieri, con vendite fino a -4%, Borsa Milano ha recuperato qualcosa (+1.23%), pur vedendo ridotti allo stesso tempo i forti acquisti della mattinata, in concomitanza con il rallentamento dei prezzi del petrolio.

Banche in rialzo, ma senza grandi entusiasmi, con Bper che anzi è anche negativa. L’incertezza regna nel comparto, a eccezione di Intesa SanPaolo che fa un gran balzo, Mps e Pop Milano. Unicredit è fiacca. In calo tra gli altri settori FCA e Finmeccanica. Mediaset e Tenaris corrono, mentre forte è il tonfo di Saipem che cede anche -5% a un certo punto, a fronte del nuovo scivolone dei diritti sull’aumento di capitale, che riportano un tonfo -50% circa.

Il tonfo del dollaro ha avuto un effetto più che benefico sulle commodities valutate in dollari, in particolare sui prezzi del petrolio, con il contratto WTI scambiato a New York volato ieri fino a +8%. Nelle contrattazioni asiatiche gli acquisti sul greggio sono continuati nell’ordine del 2%. Ma il Brent ora ha azzerato tutti i guadagni e oscilla attorno alla soglia di $35. Il contratto WTI è al di sopra di $32 al barile.

Focus sulla decisione di Morgan Stanley di rivedere al ribasso le stime sul petrolio, per quest’anno, fino a -51%. Nei tre mesi fino a dicembre, i prezzi del Brent sono attesi in media a $29, rispetto ai $59 attesi in precedenza.

Al balzo dei prezzi del greggio della sessione di ieri hanno contribuito alcune speculazioni, in realtà in campo già da qualche giorno, sulla possibilità di un meeting di emergenza tra  i paesi dell’Opec e non Opec, al fine di tagliare l’offerta. Altro fattore che ha contribuito al rialzo, i numeri arrivati dalla società israeliana fornitrice di dati marittimi Windward, che hanno messo in evidenza come il carico iraniano sia comunque sceso di 5,4 milioni di barili dall’accordo storico sul nucleare raggiunto lo scorso luglio, che si è tradotto nell’eliminazione delle sanzioni contro Teheran di recente.

Sul mercato valutario , focus sul tonfo dello US Dollar Index, precipitato al ritmo più più forte da quando la Federal Reserve lanciò il primo piano di Quantitative Easing nel primo trimestre del 2009, e sul conseguente e forte rally dell’euro fino a sfiorare $1,12 in mattinata. L’euro perde la soglia di $1,12 ma si mantiene ben solido. Il dollaro sullo yen è in ribasso sotto quota JPY 118.

Nel caso specifico dell’Italia, Borsa Milano continua a versare in condizioni estremamente difficili. Ieri le perdite fino a -4% hanno riportato il valore dell’indice Ftse Mib ai livelli della fine di settembre del 2013.

Crescono le preoccupazioni sulla tenuta del sistema bancario italiano dopo i dubbi sulla creazione della bad bank dove verranno fatte confluire le sofferenze delle banche. Focus sull’alert della Cerved ha sottolineato che “anche con ipotesi di moderata ripresa dell’economia e di forte abbattimento dei tempi della giustizia, le sofferenze rimarrebbero nel 2020 su livelli non sostanzialmente diversi da quelli attuali“.

In Asia, sempre sulla scia del boom del petrolio, hanno prevalso gli acquisti, con Shanghai +1,5% e Sidney oltre +2%. Eccezione della Borsa di Tokyo, con l’indice Nikkei che ha scontato il rafforzamento dello yen sul dollaro, cedendo -0,85%.

Molto richiesto anche l’oro che, come le altre commodities, ha beneficiato del rallentamento del dollaro, balzando fino a $1.141,30 l’oncia, al massimo in più di tre mesi, ovvero dallo scorso 30 ottobre. L’oro è tra i pochi asset che sono riusciti a guadagnare dall’inizio dell’anno. Il rialzo finora è +7,6%.

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Laura Naka Antonelli 4 Febbraio 20169:10

Per la prima volta in 20 anni, la Cina ha fissato un range per il target della sua crescita economica, rendendo noto che il Pil probabilmente si espanderà a un tasso compreso tra il 5% e il 7%, al di sotto dell’obiettivo del 7% fissato lo scorso anno. 

Laura Naka Antonelli 4 Febbraio 20169:13

Focus sui prezzi del petrolio, in rialzo dopo il corposo rally di ieri, pari a +8% per il contratto WTI e +7% per il Brent. Il recupero della sessione di ieri, per il contratto WTI, ha seguito la perdita in due giorni peggiore in sette anni. In media, 17 analisti intervistati da Bloomberg ritengono che i prezzi del petrolio balzeranno oltre $15 entro la fine del 2016, con il contratto WTI che si attesterà a $46 nel quarto trimestre, e il Brent di Londra che sarà scambiato nello stesso periodo a $48. 

Daniele Chicca 4 Febbraio 201610:53

Nonostante le parole accomodanti da colomba di Draghi, sul valutario l’euro non ha battuto ciglio e continua a tenere bene nei confronti del dollaro. La moneta unica si è portata ai livelli più alti degli ultimi tre mesi contro il biglietto verde, in area $1,116. La forza della divisa sta mettendo pressione sui mercati azionari europei, che stanno scendendo dai massimi di inizio mattinata.

Laura Naka Antonelli 4 Febbraio 201612:13

L’Ue ha rivisto al ribasso le stime sulla crescita dell’Eurozona, nel 2016, all’1,7% dal precedente +1,8% atteso, motivando la decisione con l’indebolimento della Cina, la crisi dei migranti e il suo impatto sulla crescita. Il vice presidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, ha avvertito che “la crescita moderata dell’Europa continua a far fronte a un aumento degli ostacoli, a partire dalla minor crescita dei mercati emergenti come nel caso della Cina, fino al debole commercio globale e alle tensioni geopolitiche nei paesi vicini all’Europa”.  

Laura Naka Antonelli 4 Febbraio 201612:17

Nelle sue ultime stime, la Commissione europea insiste che il deficit della Francia non centrerà il target del 3% fissato per il 2017, e prevede un rapporto deficit/PIL pari al 3,2%.

Laura Naka Antonelli 4 Febbraio 201612:21

Fattore ancora più preoccupante, la Commissione europea riduce le sue stime per l’inflazione di quest’anno ad appena 0,5%, contro l’1% di tre mesi fa, sulla scia dei prezzi del petrolio e anche in quanto “la crescita dei salari rimane smorzata”.

Daniele Chicca 4 Febbraio 201614:22

Sul valutario, dopo la decisione presa all’unanimità della Bank of England di mantenere i tassi invariati ai minimi storici, la sterlina ha perso 0,05 dollari in poco più di un’ora a quota 1,456 dollari. Il mercato ora è sicuro che per un po’ di tempo il costo del denaro resterà allo 0,05% dove si trova. Le turbolenze di mercato e i dati sull’inflazione hanno convinto anche il falco del board Ian McCafferty di votare contro un possibile innalzamento dei tassi di interesse.
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Daniele Chicca 4 Febbraio 201614:24

Sul valutario, dopo la decisione presa all’unanimità della Bank of England di mantenere i tassi invariati ai minimi storici, la sterlina ha perso 0,05 dollari in poco più di un’ora a quota 1,456 dollari. Il mercato ora è sicuro che per un po’ di tempo il costo del denaro resterà allo 0,05% dove si trova. Le turbolenze di mercato e i dati sull’inflazione hanno convinto anche il falco del board Ian McCafferty di votare contro un possibile innalzamento dei tassi di interesse.
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Daniele Chicca 4 Febbraio 201614:27

Sul valutario, dopo la decisione presa all’unanimità della Bank of England di mantenere i tassi invariati ai minimi storici, la sterlina ha perso 1 centesimo di dollaro in poco più di un’ora a quota 1,456 dollari. Il mercato ora è sicuro che per un po’ di tempo il costo del denaro resterà allo 0,05% dove si trova. Le turbolenze di mercato e i dati sull’inflazione hanno convinto anche il falco del board Ian McCafferty a votare contro un possibile innalzamento dei tassi di interesse.
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Laura Naka Antonelli 4 Febbraio 201614:45

L’Ue ha rivisto al ribasso le stime sulla crescita dell’Eurozona, nel 2016, all’1,7% dal precedente +1,8% atteso, motivando la decisione con l’indebolimento della Cina, la crisi dei migranti e il suo impatto sulla crescita. Il vice presidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, ha avvertito che “la crescita moderata dell’Europa continua a far fronte a un aumento degli ostacoli, a partire dalla minor crescita dei mercati emergenti come nel caso della Cina, fino al debole commercio globale e alle tensioni geopolitiche nei paesi vicini all’Europa”.  

Daniele Chicca 4 Febbraio 201616:24

In un’altra seduta all’insegna della volatilità e delle speculazioni nel mercato del petrolio, il listino Ftse MIB scambia in progresso di mezzo punto percentuale quando manca poco più di un’ora alla chiusura delle contrattazioni. A trainare l’indice delle blue chip sono Intesa Sanpaolo ed Eni, mentre Tenaris è in testa con un rialzo di oltre il +6%.

Daniele Chicca 4 Febbraio 201617:54

Sulle ali della rimonta dei bancari e della prova positiva degli energetici, Piazza Affari ha chiuso in progresso dell’1,23% a quota 17.626,04 punti. Rialzi tra il 4 e il 7,5% per Mediaset, Tenaris, Intesa Sanpaolo, MPS e Pop Milano.

Sul valutario, l’euro ha registrato un bel rialzo sul dollaro sopra 1,11 dollari, toccando i nuovi massimi di 16 settembre.