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Ecco cosa il mercato deve aspettarsi dall’exit strategy della Fed

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New York – In un mondo post QE2 non c’e’ alcun particolare motivo per pensare che i tassi di interesse saliranno. Il piano di acquisto di bond da parte della banca centrale americana si avvicina ormai al capolinea, ma non provochera’ l’effetto che pensa Bill Gross, il numero uno del maggiore fondo obbligazionario al mondo.

Secondo Priya Misra di Bank of America/Merrill Lynch, se la ripresa economica dovesse rallentare e i timori di inflazione placarsi, gli investimenti nei fondi obbligazionari cresceranno, annullando qualsiasi impatto proveniente dalla decisione della Fed di abbandonare il mercato a fine giugno. Scelta che verra’ probabilmente formalizzata oggi da Bernanke al termine della riunione di due giorni di politica monetaria, che per la prima volta nella storia in America si concludera’ con una conferenza stampa. Un po’ come avviene per la Banca Centrale Europea.

Allo stesso tempo Misra ha pronti tre moivi valiidi per cui le misure di allentamento di Quantitative Easing saranno le ultime che verranno varate, o almeno per un po’ di tempo non verranno seguite da nuove iniziative simili. Le attese sul fronte dell’inflazione sono molto piu’ alte oggi rispetto all’aututnno dell’anno scorso. Nel terzo trimestre del 2010 uno dei maggiori timori per la Fed, se vi ricordate, era combattere la deflazione.

Come il numero uno della Fed Ben Bernanke ha sottolineato nell’ottobre dell’anno scorso il rischio di deflazione allora era “piu’ alto di quanto si potesse aspirare”. Questo e’ stato una delle principali ragioni che ha spinto la Fed a lanciare un secondo piano di acquisto di titoli di stato a lungo termine per 600 miliardi.

Bank of America sostiene che lo spauracchio di una deflazione sia ormai sparito e che i funzionari del comitato di politica monetaria della banca centrale americana hanno ormai realizzato che i prezzi al consumo core stanno toccando ormai il fondo.

Inoltre il rincaro dei prezzi delle commodity han spostato l’attenzione sulle aspettative riguardanti l’inflazione, che e’ in prossimita’ dei massimi di sempre. Se si tiene conto delle prospettive di un rialzo dei prezzi al consumo, allora e’ molto difficile per la Fed giustificare ulteriori spese attinte dalle casse pubbliche, visto anche l’enorme buco di un bilancio fiscale attuale.

Gran parte degli economisti non prevede un rallentamento della ripresa nel secondo semestre dell’anno, uno degli eventuali fattori che spingerebbe la Federal Reserve a mettere a punto una terza tornata di misure straordinarie di allentamento monetario, anche se non va dimenticato che le previsioni di crescita per il primo trimestre del 2011 sono state riviste al ribasso in maniera drastica. E la maggioranza degli analisti, in linea con gli interventi piu’ recenti dei membri del FOMC e anche con le ultime minute della Fed, ritiene che sia uno degli ostacoli piu’ ardui da superare perche’ un piano di Quantiative Easing, il terzo, si materializzi.