Economia

Draghi: “euro garantisce sovranità in un mondo globalizzato”

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Nel suo primo intervento dell’anno, Mario Draghi ha parlato dei meriti dell’Europa Unita e della moneta unica. In un mondo sempre più globale se i singoli paesi non vogliono restare indietro e perdere del tutto la propria influenza devono rinunciare a un po’ di sovranità nazionale se vogliono contare qualcosa.

È il concetto espresso dal banchiere centrale, secondo cui in un’Europa dove “assieme siamo più forti” l’euro “ha preservato l’integrità del Mercato unico“, che rappresenta un potente strumento di crescita sostenibile alla base degli standard di vita nell’Unione.

Sono le parole usate dal governatore della Bce durante un intervento al Parlamento europeo in occasione del dibattito sulla celebrazione dei 20 anni della valuta condivisa, nell’anno delle elezioni europee che si svolgeranno a fine maggio.

“Nel corso degli anni, leader e rappresentanti di questo e altri Parlamenti hanno riconosciuto che assicurare stabilità e prosperità economica sul lungo termine sono obiettivi che si riesce a perseguire meglio quando si agisce assieme”, ha rilevato Draghi. E oggi, grazie anche all’euro, le economie dell’area sono integrate a livelli che erano “inimmaginabili” prima della valuta unica: le esportazioni intra europee equivalgono al 20% del Pil, dal 13%del 1992.

L’euro ha prodotto due decenni di stabilità dei prezzi anche in Paesi in cui questo concetto era un lontano ricordo – ha detto ancora Draghi -. I prezzi stabili hanno cementato la fiducia delle persone nel valore dei loro risparmi, che è una precondizione della stabilità. Sulla base di questa fiducia, le imprese investono e creano nuovi posti di lavoro”.

“Oggi la maggior pate delle sfide è di portata globale e possono essere affrontate solo assieme”, ha aggiunto Draghi. “È questo essere assieme che realizza la capacità dei singoli Paesi di mantenere sovranità, che altrimenti andrebbe persa in questo mondo globale”. Ed è proprio questo che l’euro ha permesso ai Paesi aderenti: sovranità sulla politica monetaria, rispetto ai precedenti accordi valutari. E assieme i Paesi europei hanno più voce sulla regolamentazione della finanza.

“Ma in alcuni Paesi, i benefici dell’euro non si sono pienamente realizzati. In parte questo deriva dal fatto che a livello nazionale sono necessarie riforme strutturali che sarebbero necessarie con qualunque contesto monetario per produrre crescita sostenibile. E in parte dal fatto che l’Unione monetaria resta incompleta“.

Da quando è esplosa la crisi l’Europa è riuscita a compiere grandi progressi, ma bisogna fare di più “e non c’è alternativa a un futuro in cui continueremo a lavorare assieme per rendere l’Unione economica e monetaria un motore di prosperità anche più forte“. Su questo, ha concluso Draghi il Parlamento europeo avrà “un ruolo fondamentale”.