Economia

Draghi garante dell’Italia: perchè i mercati lo vogliono al Quirinale

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Mario Draghi è  riuscito a dare un nuovo peso all’interno dell’Unione europeo all’Italia, senza pari negli ultimi tempi. Ma il suo successo immediato nel diventare un garante per l’Italia agli occhi di Bruxelles e degli investitori internazionali nasconde un pericolo a lungo termine, ossia la fragile politica nazionale italiana e l’ascesa dell’estrema destra del paese.

Così un articolo di Bloomberg che elogia i successi del presidente del Consiglio incaricato che al vertice dell’Unione Europea a Porto questo mese è riuscito a mettersi in luce tanto che oggi gli investitori sembrano considerare l’Italia in mani sicure.

Draghi salvatore dell’Italia: il principale pericolo all’orizzonte

Guardando allo spread tra i rendimenti del BTp decennale benchmark e il pari scadenza tedesco, è sempre in aumento ma molto meglio dei 326 punti base toccati a novembre 2018, quando i mercati si sono intimoriti guardando al  governo Lega-Cinque Stelle. Certo il successo dell’ex numero uno della Bce è dovuto anche agli “amici” importanti su cui può contare nell’altra finanza, come scrive Bloomberg. Draghi è membro del comitato di gestione di Goldman Sachs Group e Larry Fink di Blackrock, la più grande società di investimenti al mondo, descrive il primo ministro come “un amico”.

Eppure Draghi non è l’Italia. È un tecnocrate senza un mandato popolare, anche se carismatico e con un’esperienza ineguagliabile. Se la decisione di conferirgli l’incarico di formare un nuovo governo tecnico è comprensibile, l’orologio della politica italiana sta ticchettando. I sondaggi indicano che se gli italiani dovessero votare oggi, molto probabilmente porterebbero al governo l’estrema destra. Circa il 60% dei voti sarebbe più o meno equamente diviso tra la Lega, Fratelli d’Italia e il Partito Democratico di centro-sinistra.

Fondamentalmente, i sondaggi suggeriscono che la Lega e il PD hanno perso supporto mentre Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni ha guadagnato. Lega e Pd i Democratici sono membri della coalizione di Draghi, ma Fratelli d’Italia no e questo, scrive Bloomberg, preannuncia un pericolo.

La possibile soluzione

La grande coalizione di Draghi terminerà a metà del 2023, se le dispute politiche non finiscono prima. Il timore della Lega di essere scavalcata a destra da Giorgia Meloni è la minaccia immediata. E la storia recente ha dimostrato che le oscillazioni nel sentiment del mercato sull’Italia possono diventare brutali rapidamente.
Ma l’enorme debito dell’Italia è  un rischio per la stabilità finanziaria della zona euro considerando anche gli investitori dubitano della sagacia dei leader italiani.  Da qui i sostenitori di Draghi ritengono che la soluzione sia che lo stesso diventi il prossimo presidente della Repubblica.

Consegnare Draghi alla presidenza, in questo senso, permetterebbe al garante italiano di rimanere al di sopra della mischia politica (come lui preferisce) ma di rimanere una presenza stabilizzante nella politica italiana per altri cinque anni, forse anche un decennio. È una storia che probabilmente calmerà i mercati. Ma gli ostacoli sono significativi. Primo, la mossa sarebbe senza precedenti. In secondo luogo, il nuovo presidente della Repubblica si elegge nel 2022, e il governo di Draghi teoricamente dura fino al 2023.