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Dopo la Bce, tocca alla Fed. Cosa aspettarsi dal meeting di ottobre

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Dopo la BCE, questa settimana, nella riunione del 29-30 ottobre, toccherà alla FED alzare il velo sui tassi. La maggior parte degli analisti si aspetta un taglio del costo del denaro di 25 punti base, che porterà i tassi di interesse nell’intervallo dall’1,5% all’1,75%.
Una stima che trova d’accordo Goldman Sachs, che assegna una probabilità del 95% ad un taglio di tale portata.

 

Le prossime mosse della Fed

Dopo la sforbiciata della prossima settima, la banca centrale americana dovrebbe mettersi in stand by. Questo perché alcune della ragioni alla base della prossima mossa espansiva stanno perdendo forza. A partire dalle tensioni sul fronte commerciale Usa-Cina, che nelle ultime settimana appaiono meno evidenti grazie alla mini-tregua raggiunta tra le due potenze economiche pochi giorni fa.

Non sarebbe da escludere nemmeno un secondo cambiamento, questa volta nel comunicato ufficiale. Secondo le previsioni di Goldman Sachs, la frase usata già nel comunicato di giugno, ovvero che la Fed “agirà in modo appropriato per sostenere l’espansione” potrebbe essere sostituita con l’espressione “la Fed agirà secondo necessità per promuovere i suoi obiettivi”.

In attesa del meeting della prossima settimana, il presidente Usa Donald Trump non perde occasione per attaccare la banca centrale Usa.

“La Fed continua a non fare il suo dovere se non abbassa i tassi e non stimola l’economia” ha scritto ieri su Twitter. “Guardatevi intorno, guardate ai nostri concorrenti nel mondo. La Germania e altri stanno veramente per essere agevolati nel prendere in prestito denaro. La Fed invece è stata troppo veloce nell’alzare i tassi e troppo lenta nel tagliarli!”