ROMA (WSI) – Nuovo record di sempre per il debito pubblico italiano. L’incremento a marzo di 14 miliardi circa ha portato il passivo statale complessivo a quota 2.228,7 miliardi di euro. I dati sono stati comunicati da Bankitalia nel Supplemento “Finanza pubblica, fabbisogno e debito”. I numeri di marzo segnano un nuovo picco per il debito, che supera il record precedente a 2.219 miliardi toccato a maggio dell’anno scorso.
A marzo, spiega sempre Bankitalia, l’incremento del debito è stato inferiore al fabbisogno del mese (21,5 miliardi), grazie alla riduzione di 4,7 miliardi delle disponibilità liquide del Tesoro (a fine marzo pari a 70,0 miliardi; 78,9 miliardi nello stesso periodo del 2015) e all`effetto complessivo dell`emissione di titoli sopra la pari, della rivalutazione dei titoli indicizzati all`inflazione e del deprezzamento dell`euro (2,9 miliardi).
Se si vanno ad analizzare i sottosettori, il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 13,9 miliardi; quello delle Amministrazioni locali e degli Enti di previdenza è rimasto sostanzialmente invariato.
Vita residua del debito cresce
Nel mese di marzo la vita media residua del debito pubblico italiano risulta pari a 7 anni. Poco mossa rispetto a febbraio (7,1).
Al di là delle variazioni mensili, il trend, in linea con la politica di gestione del debito, resta caratterizzato da un aumento della vita residua che viaggia ora sui 7 anni, nel 2014 orbitava a quota 6,8 anni.
Nel mese di febbraio il debito in mano a soggetti e istituzioni non residenti in Italia è salito a 745 miliardi rispetto ai 741,3 miliardi del mese di gennaio.
Entrate fiscali in aumento più modesto
Il problema sono più le spese pubbliche del governo centrale, con la spending review che finora si è rivelata un mezzo flop nonostante i tanti tentativi del governo. In marzo le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 27,8 miliardi, sostanzialmente stabili rispetto allo stesso mese del 2015. Sono i numeri pubblicati da Bankitalia nel “Finanza pubblica, fabbisogno e debito”.
Guardando all’andamento dell’intero primo trimestre, attestandosi a 89,6 miliardi di euro le entrate tributarie sono state invece complessivamente superiori di 3,9 miliardi (+4,6%) rispetto a quelle relative allo stesso trimestre dell’anno precedente. Al netto di alcune disomogeneità contabili e temporali (riguardanti principalmente l’Irpef, l’Iva e il canone Rai), si può stimare che la crescita sia stata significativamente più modesta.