BRUXELLES (WSI) – Nuovo forte rialzo del debito pubblico in Italia: secondo il dato diffuso oggi da Eurostat, per la prima volta utilizzando i nuovi criteri Sec 2010, nel secondo trimestre il rapporto fra l’indebitamento e il Pil ammontava al 133,8%, 3,1 punti percentuali in piu’ rispetto al primo trimestre.
Sale nel secondo trimestre del 2014 anche l’indebitamento degli Stati europei: secondo Eurostat, il rapporto debito/Pil e’ ammontato nell’Eurozona al 92,7% contro 91,9% di marzo. Nell’Ue a 28 paesi il rapporto e’ invece salito dal precedente 86% all’87%.
L’agenzia internazionale S&P ritiene che si sia aperta una “nuova fase” della crisi dell’Eurozona, in cui “il peggio e’ passato ma la crisi non e’ ancora finita”. “Riteniamo – spiega S&P – che l’Eurozona potrebbe entrare in una caparbia fase di bassa crescita, mentre il deleveraging continua e l’economia internazionale si indebolisce”.
Rispetto a un anno fa, spiega l’analista di S&P Moritz Kraemer, quando un rapporto dell’agenzia aveva concluso che la crisi dell’Eurozona non era ancora passata, la situazione non e’ molto migliorata. “I recenti avvenimenti – precisa Kraemer – suggeriscono che la nostra valutazione di un anno fa resta valida e che i problemi dell’area euro restano irrisolti”.
Sale nel secondo trimestre del 2014 l’indebitamento degli Stati europei: secondo Eurostat, che oggi ha diffuso per la prima volta i dati che tengono conto i nuovi criteri Sec 2010, il rapporto debito/Pil e’ ammontato nell’Eurozona al 92,7% contro 91,9% di marzo. Nell’Ue a 28 paesi il rapporto e’ invece salito dal precedente 86% all’87%.
L’agenzia internazionale S&P ritiene che si sia aperta una “nuova fase” della crisi dell’Eurozona, in cui “il peggio e’ passato ma la crisi ancora non e’ ancora finita”.
“Riteniamo – spiega S&P – che l’Eurozona potrebbe entrare in una caparbia fase di bassa crescita, mentre il deleveraging continua e l’economia internazionale si indebolisce”.
Rispetto a un anno fa, spiega l’analista di S&P Moritz Kraemer, quando un rapporto dell’agenzia aveva concluso che la crisi dell’Eurozona non era ancora passata, la situazione non e’ molto migliorata.
“I recenti avvenimenti – precisa Kraemer – suggeriscono che la nostra valutazione di un anno fa resta valida e che i problemi dell’area euro restano irrisolti”.
(AGI)