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Croazia, ok Commissione: dal 2013 nell’Ue. La nuova Grecia?

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Roma – La Commissione europea ha già dato il suo parere favorevole. Ora spetta tutto ai 27 paesi membri, che decideranno sulla possibilità della Croazia di entrare a far parte dell’Ue dal giugno 2013. Un duro lavoro attende Jadranka Kosor, premier croato, che dovrà convincere tutti i membri, nessuno escluso, con anche solo un voto contrario che vanificherebbe gli sforzi degli ultimi 6 anni.

Almeno altri 2 anni dunque, prima che la Croazia possa diventare il secondo stato della ex repubblica jugoslava ad entrare nel blocco Europa. Ma il compito di Kosor non si limita al solo ambito internazionale. Ci sono da persuadere anche gli elettori, nel spiegargli che i tagli alla spesa pubblica sono il prezzo da pagare per poter entrare nell’area.

In Europa intanto, crescono i timori sull’accesso facile di nuovi stati, che potrebbero alla fine rivelarsi un nuovo caso Grecia. Contrariamente alle vicine Slovenia e Serbia, la Croazia fa ancora fatica ad uscire dalla recessione, con un deficit di bilancio che dovrebbe raggiungere il 4,2% del Pil quest’anno. L’economia ha subito una contrazione dell’1,2% nel 2010, dello 0,9% nel primo trimestre 2011 (su base annua) e verso la fine dell’anno le stime del governo parlano di un rialzo modesto, dell’1,5%. C’è da dire, nonostante questi numeri, aumenta il reddito dei cittadini, la capitalizzazione del mercato e l’indice di corruzione è in netto miglioramento rispetto ad altri paesi dell’area.

I croati voteranno il referendum sull’ingresso in Europa entro 30 giorni dalla firma del trattato. Secondo un sondaggio di IPSOS Puls d.d., il 62% dei cittadini sarebbe a favore.