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Cosa è successo? Capire l’intervento delle banche centrali

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New York – Nella giornata di ieri la Banca centrale europea ha annunciato di aver concordato assieme a Banca del Canada, Banca d’Inghilterra, Banca del Giappone, Federal Reserve americana e Banca Nazionale della Svizzera, “azioni coordinate” per migliorare le rispettive capacità di assicurare liquidità al sistema finanziario. Obiettivo dichiarato è “attenuare le tensioni dei mercati e così mitigare le restrizioni sull’approvvigionamento di credito a imprese e famiglie”.

Di fatto, la Federal Reserve Usa amplia le linee di swap in dollari con le altre banche centrali e riduce i costi degli swap da 100 punti base sopra il tasso Ois a 50 punti base.

Ma cosa vuole dire?

In sostanza la Federal Reserve, la banca centrale degli Stati Uniti, ha ridotto i tassi di interesse che richiede alla Banca centrale europea per prendere a prestito in dollari.

La Bce potrà così prestare questi dollari alle varie banche europee, nell’ultimo periodo in netta difficoltà a reperire il biglietto verde a costi accessibili dal mercato, poiché la crisi del debito in corso in Europa ha sollevato dei dubbi sullo stato di salute degli istituti dell’Area unica.

Praticamente, quando la Bce vorrà dollari, invierà notifica alla Fed, con la quantità richiesta, quando la desidera, a quanto ammonta il tasso di interesse al momento, quando ripagherà i dollari e quanto sarà il tasso. Se fino ieri il tasso di interesse era all’1% più l’Overnight Indexed Swap Rate, da adesso sarà lo 0,5% più l’OIS. Solo la Bce pagherà interessi. La Fed nulla per detenere euro.

Ci si aspetterebbe un movimento spropositato di banconote da una parte all’altra dell’Atlantico. E invece no. Tutto avviene elettronicamente. Nessun movimento fisico. Semplicemente la Fed segnerà che la Bce ha ricevuto tot credito in dollari e per contro, la Bce segnerà gli euro accreditati nel conto della Fed. Tutto si risolve con pochi click di tastiera del computer.

A questo punto, sempre con pochi clic, la Bce invia segnalazione alla Fed che intende accreditare il conto di una banca europea e segna il debito.

Se alla scadenza la Bce ha il giusto ammontare lo swap viene chiuso. Altrimenti viene creato uno nuovo swap per supplire alla mancanza. La Bce sta infatti prendendo a prestito dollari per rigirarli ad altre banche, per cui in caso questi non vengano ripagati, l’istituto di Francoforte deve ricomprarli altrove, molto probabilmente da altre banche.