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Cosa deve fare chi ha ancora bond argentini?

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ROMA (WSI) – Come dovrei agire visto che mi trovo ancora in possesso di bond argentini? A suo tempo non avevo aderito al concambio offerto in quanto speravo di vedermi riconosciuto il raggiro messo in atto da molte banche in quel periodo, e visto che la causa con la banca era ancora in corso. Purtroppo per una sbagliata condotta legale non mi sono visto riconoscere cio’ che speravo. Cosa potrei fare ora di questi bond ? D.G.

Non esiste una risposta uguale per tutte le situazioni, perché dipende da quando un investitore detiene i bond, da quale sia il prezzo di carico, da quanto pesino in percentuale sull’insieme del portafoglio. Ma, soprattutto, dipende da quanto il sottoscrittore perderebbe vendendo i suoi bond, se possibile, al prezzo di mercato di oggi.

Io concordo con il parere espresso da un tecnico, il consulente finanziario indipendente di Torino Bruno Fanan, che ha gestito diversi casi di possessori di bond argentini, e che in linea di massima aveva consigliato nel 2010 la conversione proposta dal governo argentino: “se la perdita è contenuta entro il 40% meglio liberarsene e non pensarci più”.

Peraltro, lo stesso consulente sconsiglia sull’altro versante l’acquisto di bond argentini a prezzi stracciati, “perché è altissimo il rischio: basti sapere che il TRES (tasso di rendimento effettivo annuo), per l’emissione con scadenza 2026, cedola 11,75% e quotata 31,01, è del 38,43%, mentre per la versione discount derivante dal piano di ristrutturazione del 2010, con scadenza 2033, il TRES è del 21,38%. Il motivo è dato dal livello C del rating e da una quotazione del CDS, credit defualt swap, che oscilla tra 1.000 e 3.000. Quindi considero più che possibile un prossimo default”

Il libretto delle Poste

In gioventù ho aperto un libretto presso la Cassa di Risparmio di Torino, dove ho fatto movimenti fino al 1976. Il saldo finale era di lire 3.338. Vorrei sapere se posso ora ricuperare quell’importo, quanto potrebbe valere e come fare la domanda.

Giovanni-Milano

Le norme sui cosiddetti “conti dormienti” (quelli cioè che per 10 anni non hanno fatto registrare movimenti) prevedono che, allo scadere del termine decennale, il saldo sia girato a credito del Fondo per il rimborso delle vittime di frodi finanziarie. La banca, al momento del giro del conto, dovrebbe contattare l’intestatario, in modo da consentirgli di “risvegliare” il conto, magari prelevando il saldo; ma non sempre ciò è fattibile (decessi, libretti al portatore, cambi di residenza, ecc.). Comunque è possibile ricuperare i soldi facendo apposta domanda alla CONSAP S.p.A. Rif. Rapporti Dormienti- V. Yser 14 – 00198 Roma, purché non siano trascorsi più di 10 anni dal giro al Fondo e purché il conto abbia un saldo di almeno 100 euro. Nel suo caso, purtroppo, la seconda condizione non si realizza, perché 3.338 lire (pur calcolando gli interessi legali per 35 anni) equivalgono a non più di 10 euro.

Pensione maturata da cinque anni

Prego controllare l’allegato estratto conto e dirmi quando potrò andare in pensione e quale sarà la rata mensile al netto. Ci sono periodi figurativi che non vengono conteggiati ai fini della pensione: perché?
Sabina – Vercelli

Guardi che lei ha già da cinque anni ha raggiunto il diritto alla pensione di vecchiaia, allorché ha festeggiato i 60 anni. Non posso calcolare l’importo di pensione in quanto la parte preponderante di essa è sotto il sistema contributivo. Credo che le complessive quattro settimane di contributi figurativi Inps derivanti da malattia (ricadenti in due anni diversi) non siano considerati perché anche senza di essi l’anno risulta coperto per intero.

Le decurtazioni della dipendente

Nata il 13 aprile 1952 dipendente pubblica assunta il 1° luglio 1977. Se lavoro fino al 2015 come sarà calcolata la pensione, cioè mi saranno applicate decurtazioni?

F. Diamante
Lei raggiungerà il diritto alla pensione con il mese di dicembre 2018. Essendo una pensione Inps di vecchiaia non sarà soggetta ad alcuna riduzione. La pensione sarà calcolata con il sistema retributivo fino al 2011 e dal 2012 con quello contributivo.

La pensione con 15 anni

Da quanto scrive si evince che ora potrei ottenere la pensione di vecchiaia con 15 anni di versamenti, come da allegato estratto conto Inps. Gradirei ottenere una conferma.

Maria Furlan

Si, anche lei ha diritto alla pensione con soli 15 anni di contributi, avendoli raggiunti entro il 1992. Resta il problema dell’età, che anche in questo particolare caso segue le regole generali della riforma Fornero. Deve perciò attendere l’anno 2023 per avere come minimo 67 anni di età.

Congedi parentali per mamma e papà

Vorrei sapere quanti giorni/mesi spettano di congedo parentale a me e a mio marito. Ho letto sulla Stampa di 10 o 11 mesi. Mi potrebbe dire a quale legge è possibile fare riferimento per ottenere il congedo? E quale percentuale di stipendio spetterebbe ai genitori che volessero prendere il congedo insieme?

Silvia A.

È il testo unico della maternità e paternità (decreto legislativo 151/2001). Alla mamma, unica persona a chiedere il congedo, spettano come massimo 6 mesi. Idem per il papà. Se il congedo viene fruito da entrambi (nello stesso tempo o in periodi separati e alternati) il congedo complessivo si ferma a 10 mesi. Se però il papà fruisce di un congedo personale di almeno 3 mesi la norma assegna un mese in più e perciò si arriva a 11. L’indennità Inps è pari al 30% della retribuzione lorda, con l’aggiunta del riconoscimento dei contributi figurativi.

Crisi nel settore edile

Nata il 20 settembre 1952 ho 1.549 settimane di contributi da lavoro dipendente (di cui 20 anni prima del 1993) e 5 anni di contributi da parasubordinata. Sono stata licenziata dall’azienda il 30 novembre 2011 per crisi del settore edile. Qual è attualmente la mia posizione pensionistica?

Rosanna Bove

Non può sfruttare la corsia prefenziale che l’avrebbe portata alla pensione con 64 anni di età in quanto non ha lavorato alla data del 28 dicembre 2011, essendo stata licenziata solo 28 giorni prima. Deve perciò attendere l’anno 2019 con circa 67 anni dì età. La pensione sarà calcolata con il sistema retributivo per i periodi fino al 1992 e con quello contributivo per quelli successivi. Ad essi si aggiungerà il supplemento per i contributi da co.co.co.

Hanno collaborato:
GIANLUIGI DE MARCHI
BRUNO BENELLI
SILVIO REZZONICO,presidente Confappi

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