Economia

Compromesso con falchi Eurozona: il piano salva Grecia

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ATENE (WSI) – La Commissione europea proporrà di concedere che la Grecia ottenga il prolungamento di sei mesi del programma di aiuti finanziari. L’intesa dovrebbe essere raggiunta non al prossimo vertice di emergenza dell’Eurogruppo, bensì alla riunione di lunedì 16 febbraio.

Le informazioni trapelate fanno bene ai mercati ma hanno fatto infuriare alcuni funzionari di Bruxelles. Le indiscrezioni secondo cui Ue e Usa hanno trovato un accordo su come alleviare il debito greco e che la Commissione ha dato il suo appoggio al prestito ponte o per lo meno offerto una alternativa hanno innervosito alcuni rappresentanti economici Ue.

Un funzionario che ha chiesto di rimanere anonimo ha detto all’agenzia Mni che la situazione è fuori controllo e che non c’è alcun piano. La persona ha aggiunto che Commissione e Tesoro Usa sono ‘perturbati’ dal modo in cui sono state rappresentate le cose. “I greci si stanno scaando la loro tomba”.

Nel disperato tentativo di sbloccare il ghiaccio che ha gettato nel panico l’Europa e i mercati finanziari mondiali, le autorità del neo eletto governo greco hanno intenzione di proporre domani ai ministri delle Finanze dell’Eurozona un piano del compromesso ai creditori.

Durante la tanto attesa riunione straordinaria dell’Eurogruppo di Bruxelles, il ministro ellenico Yanis Varoufakis proporrà un piano che prevede la possibilità di ricevere una parte del pacchetto di aiuti della Troika, pari a un esborso di 7 miliardi di euro, che sinora Atene aveva detto che avrebbe rifiutato.

Lo riferisce al New York Times una fonte che ha chiesto di rimanere anonima perché il piano verrà reso pubblico domani.

La Grecia dirà no ad alcune delle misure di rigore più aspre tra le condizioni imposte dalla troika dei creditori in cambio degli aiuti finanziari, ma proporrà di rispettare circa il 70% dei termini, come confermato anche da Varoufakis.

Atene chiederà di sostituire il restante 30% di aiuti legati alle condizioni di austerità con delle nuove riforme che il governo greco deciderà insieme all’Ocse.
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Il governo Tsipras presenterà ben dieci nuove misure che andranno a sostituire le condizioni di rigore richieste dalla troika finora. L’Organizzazione di Cooperazione e Sviluppo Economico rappresenta circa trenta delle economie più ricche al mondo, tra cui molti dei creditori dell’enorme debito greco.

Il piano prevede anche un prestito ponte che duri fino a fine agosto, in modo da dare il tempo ad Atene di firmare un ‘nuovo contratto’ con i creditori e voltare pagina rispetto al passato. In precedenza le autorità greche avevano individuato nel periodo di fine maggio il termine del prestito ponte.

Le notizie aiutano a calmierare le tensioni sui mercati, con i bond greci a tre, cinque e dieci anni che registrano un calo dei tassi.

Le speranze che venga raggiunto un compromesso domani hanno spinto il rendimento a tre anni in calo di 165 punti base al 20,20% e il tasso a 5 anni in ribasso di 98 punti base al 15,59%.

I PUNTI PRINCIPALI DEL PIANO: DUE NON SARANNO APPROVATI

Secondo l’analista della City londinese Gary Jenkins, che lavora presso LNG Capital, i creditori potrebbero accettare parti dell’accordo ma non lo swap del debito.

Del piano si conoscono i tre punti principali. In primis il fatto che – come già sottolineato sopra – il 30% del memorandum di intenti sarà sostituito da dieci nuove riforme che i funzionari di Grecia e Ocse dovranno stabilire insieme. C’è spazio per i negoziati, secondo Jenkins, e “alcune delle vecchie condizioni scompariranno”.

Il secondo punto riguarda la riduzione del target del rapporto tra avanzo primario e Pil dal 3% all’1,49%. Una diminuzione di tale portata non è il genere di modifica che farà dire no all’Eurozona.

Il punto tre è invece il più delicato e riguarda la proposta di scambiare debito vecchio con bond legati alla crescita. Ridurre il debito pubblico con un sotterfugio simile è una buona idea, non fosse per il fatto che “l’Eurozona potrebbe ritenere il debito sostenibile per via della durata e dei tassi di interesse”.

Potrebbero insomma credere che sia sostenibile anche se non è ripagabile concretamente ora, come hanno anche ricordato Yanis Varoufakis e il premier Alexis Tsipras.

Gli altri tre punti da negoziare sono l’allegerrimento delle misure che hanno causato una “crisi umanitaria” in Grecia, la tranche da 7 miliardi che prima Atene diceva di non volere ma su cui sta facendo marcia indietro e infine la parte più delicata di tutte, riguardante i bond.

Il governo vuole che gli vengano garantiti gli 1,9 miliardi di euro di profitti incamerati dall’Eurosistema con i titoli greci comprati durante la precedente crisi. La Bce non vuole sembra disposta a fare concessioni, tuttavia.

Le autorità greche vogliono inoltre emettere 8 miliardi di euro di titoli in più dei 15 miliardi concessi e aumentare la soglia per la linea di credito ELA (emergency liquidity assistance) che la Bce può concedere alle banche. Le ultime due istanze appaiono compromessi accettabili.

Fonti:

New York Times

Reuters

Mni news

(DaC)