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Colossi dell’auto si inginocchiano al volere di Trump

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Le case automobilistiche operative negli Stati Uniti stanno cambiando strategia per adattarsi alla nuova presidenza Usa. Dopo che FCA ha annunciato che investirà nei suoi due stabilimenti di Ohio e Michigan per creare 2 mila posti di lavoro, notizia salutata con favore dal neo eletto presidente Donald Trump, Toyota ha fatto sapere che investirà 10 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni in Usa.

I titoli lasciano sul campo l’1% in Asia dopo che l’AD della divisione dell’America del Nord Jim Lentz ha fatto l’annuncio, sottolineando come l’intento è quello di modernizzare gli impianti, stare al passo con la domanda e costruire modelli con motori più efficienti. La casa automobilistica giapponese era stata criticata da Trump per avere trasferito la produzione della sua Corolla dal Canada al Messico.

Al Salone dell’auto di Detroit i gruppi del settore automobilistico stanno cercando di evitare polemiche e le critiche del presidente eletto. I colossi si sentono in un terreno minato e devono aggiustare in corsa le loro strategie di investimento per non innervosire Trump e provocarne una reazione su Twitter.

Bill Ford, pro nipote di Henry Ford e direttore esecutivo di Ford Motor, ha annullato i piani da $1,6 miliardi per la costruzione di una fabbrica in Messico per tenere buono Trump. Il presidente Usa si è congratulato con il dirigente per la scelta coraggiosa. Di recente lo ha lodato per essere un “ascoltatore attento” che chiede le “domande giuste”. Ford ha fatto sapere che Trump lo ha chiamato al telefono più volte per convincerlo a cancellare lo stabilimento messicano.

“Ci stiamo tutti adattando alla nuova realtà: devi accettarla e trarne il massimo vantaggio”, ha detto durante una cena con un gruppo di giornalisti Joe Hinrichs, leader di Ford per l’America del Nord. Il suo collega dirigente, il chief financial officer Bob Shanks, ha puntualizzato che tuttavia è importante non prendere decisioni affrettate o sproporzionate.

Marchionne: “Fusione FCA-GM piacerebbe a Trump”

Secondo l’AD di FCA Sergio Marchionne, anche se allo stato attuale non c’è stato alcun contatto, l’idea di una fusione con General Motors dovrebbe piacere al neoeletto presidente Trump, che si insedierà ufficialmente alla Casa Bianca il prossimo 20 gennaio.

Secondo gli analisti di Equita SIM il titolo è da comprare. “Alla luce della recente evoluzione di alcune variabili macro c`è spazio per alzare la valutazione (dollaro più forte e minori pension liabilities per il rialzo dei tassi in Usa), ma riteniamo che gli obiettivi fino all’esercizio 2018 restino eccessivamente ottimisti e allo stato attuale non percepiamo significativi cambiamenti in merito alle probabilità” di un affare M&A.

Ieri Marchionne ha riconfermato gli obiettivi al 2018 (EBIT 9 miliardi, utile netto 5 miliardi e cassa netta 5 miliardi. “Sebbene le nostre stime debbano incorporare i benefici di un dollaro più forte continuiamo a ritenerli aggressivi, soprattutto quello del FCF”, commentano da Equita SIM.

Bassa la possibilità di tornare al dividendo nel 2017: secondo Marchionne dipenderà da come andrà l’anno. La SIM (così come indicato durante la presentazione dell`ultimo business plan) non prevede alcuna distribuzione della cedola.