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Che fine hanno fatto i $1.200 mld che la Fed diede alle banche?

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New York – Ben 1.200 miliardi di dollari, per non far affondare le banche “too big to fail”, troppo grandi per fallire. E’ questa la cifra che la Federal Reserve ha sborsato per evitare il crollo dell’“aristocrazia di Wall Street”, come l’ha definita un articolo di Bloomberg.

Prestiti che hanno permesso agli istituti bancari di continuare a operare e di superare -questa almeno era l’intenzione – la crisi subprime, che aveva riempito i loro portafogli di titoli tossici. E prestiti che non sono, evidentemente, neanche bastati, visto che dopo tre anni appena da quando hanno ricevuto la liquidità da ‘mamma Fed’, questi istituti continuano a far fronte ancora a diversi problemi.

Basti pendsare ai rumor che stanno colpendo Bank of America, per esempio, secondo cui l’istituto, prima banca commerciale degli Stati Uniti, dovrebbe procedere a una operazione di aumento di capitale, sempre a causa della sua esposizione sui mutui immobiliari, mai risolta. Il risultato è che il titolo ha testato il livello minimo dal marzo del 2009. In rialzo, inoltre, i credit default swap per assicurarsi contro il debito della banca.

Eppure, secondo i dati che Bloomberg ha ottenuto, soltanto Bank of America ha ricevuto dalla Fed $91,4 miliardi di dollari; possibile che quei finanziamenti, pagati dai contribuenti americani, non siano stati sufficienti a risanare il sistema finanziario americano? Tra gli altri colossi, Morgan Stanley ha ricevuto $107,3 miliardi, Citigroup $99,5 miliardi.

Questo, nel 2008. Sono passati tre anni e il titolo di JP Morgan viaggia a quota $33,41, al minimo dal luglio del 2009; in generale, l’indice che misura il settore bancario degli Stati Uniti, ovvero il KBW Bank Index, su attesta al minimo dal luglio del 2009.

MA LA FED NON HA AIUTATO SOLO LE BANCHE AMERICANE
Attenzione, però. Non è stata solo l’aristocrazia di Wall Street a ricevere una pioggia di soldi dalla Federal Reserve. Almeno la metà dei trenta principali istituti che hanno ottenuto finanziamenti dalla Fed sono state banche europee, tra cui esattamente Royal Bank of Scotland, che ha ricevuto $84,5 miliardi, Ubs ($77,2 miliardi di dollari), Hypo real Estate Holding AG ($28,7 miliardi, di fatto una media di $21 milioni per ognuno dei suoi 1.366 dipendenti, per avere un quadro più completo della situazione).

Tutti questi finanziamenti…per cosa? L’interrogativo è più che legittimo visto le condizioni precarie in cui versano le banche europee e americane. Tra gli altri beneficiari della “generosità” della Fed, anche Dexia, la prima banca del Belgio per valore di asset, e la francese Société Générale.

A tal proposito, Peter Ftchir, money manager di TF Market Advisors, ha così commentato la situazione attuale: “La borsa si sta dimenticando di come la crisi stia infettando le banche. Al contrario dell’azionario, i mercati creditizi parlano chiaro, invece. I CdS di Société Générale, ovvero i contratti swap che indicano il costo per assicurarsi contro un default del debito, erano 15 punti base in rialzo a 320, quelli di Bank of America di 5, mentre i rispettivi titoli guadagnavano terreno. Ieri i cds del debito sovrano (SOVX) erano in rialzo di 4 punti base a quota 292. Per non parlare dei Cds greci, schizzati a 2.000 punti.”

E di nuovo, attenti all’Italia. Secondo le ultime indiscrezioni Intesa SanPaolo e Monte dei Paschi farebbero fronte a problemi di accesso ai finanziamenti, dunque di liquidità.