Economia

Cashback a rischio flop, fondi insufficienti per tutti

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È stata una partenza tutta in salita quella del programma Cashback, misura voluta dal governo per favorire l’uso della moneta elettronica nelle spese effettuate nei negozi fisici  con l’obiettivo ultimo di ridurre l’evasione fiscale.

Dopo i problemi di carattere tecnico riscontati nei primi giorni, se ne sono aggiunti altre che non lasciano intravedere nulla di buono. Primo fra tutti, l’apparente insufficienza dei fondi rispetto alla domanda. Ad oggi, al programma hanno aderito più di 4,2 milioni di italiani.

Si tratta di numeri, nettamente superiori alle attese dell’esecutivo che, in un primo momento, aveva previsto fondi per 228 milioni di euro a copertura del programma. Da qui, l’allarme. Se tutti gli attuali iscritti raggiungessero la cifra massima prevista per il rimborso (150 euro), solo un italiano su tre potrebbe ricevere il rimborso previsto.

Dal governo, almeno per ora, non emergono preoccupazioni in merito. Tanto che alcuni osservatori non escludono un aumento dei fondi stanziati.

Piano cashback al via nel 2021

Il piano cashback partirà nel 2021, ma intanto per questa ultima parte del 2020 il governo ha deciso di anticipare l’iniziativa proprio con l’Extra cashback: iscrivendosi sull’app IO dei servizi pubblici e registrando i vari strumenti di pagamento elettronico, è possibile ottenere il rimborso del 10% di quanto speso fino al 31 dicembre.

E’ previsto un tetto massimo complessivo di 150 euro per i rimborsi effettuati spendendo 1.500 euro in almeno 10 transazioni, questo significa che vengono rimborsati 15 euro al massimo, anche nel caso in cui si spendano 200, 300 o 700 euro.

Extra Cashback: gli acquisti validi

L’extra cashback riguarderà indistintamente qualsiasi tipologia di spesa pagata in modalità elettronica, in negozi, bar e ristoranti, supermercati e grande distribuzione o per artigiani e professionisti per l’acquisto di:

  •  servizi e beni quali generi alimentari,
  • capi di abbigliamento;
  • farmaci e spese mediche;
  • i pagamenti nei bar e ristoranti;
  • carburante;
  • conti di artigiani e professionisti (meccanici, gommisti, elettricisti, idraulici, ingegneri);
  • elettrodomestici ed elettronica di consumo;
  • Parrucchieri e servizi per la cura della persona.