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Btp Valore, a chi conviene davvero? Come è andata la prima giornata di collocamento

Oggi è la terza giornata di collocamento del Btp Valore, la nuova famiglia di titoli di Stato dedicata ai risparmiatori retail, che continua a riscuotere successo tra gli investitori.

Al momento, oggi sono stati sottoscritti oltre 4,14 miliardi di euro, mentre ieri 5,195 miliardi di euro. In tutto la domanda nei primi tre giorni è di circa 15 miliardi di euro.

Vediamo le caratteristiche del BTP Valore.

Caratteristiche e rendimenti del BTP Valore

La prima emissione dei nuovi Btp Valore è iniziata ieri, lunedì 5 giugno e si concluderà venerdì 9 giugno 2023, salvo chiusura anticipata. Questi nuovi titoli di Stato avranno una durata pari a 4 anni e come il Btp Italia corrisponderanno un premio fedeltà ai risparmiatori che lo deterranno fino alla scadenza.

Le cedole saranno periodiche e calcolate in base a dei tassi prefissati che saranno crescenti nel tempo, con un tasso minimo del 3,25% per il primo e secondo anno, per poi salire al 4% per il terzo e il quarto anno. In ogni caso, il Ministero dell’Economia ha precisato che al termine del periodo di collocamento saranno annunciati i tassi cedolari definitivi che potranno essere confermati o rivisti ma in questo caso solo al rialzo eventualmente.

Intanto, al momento il tradizionale Btp a 5 anni offre al momento un rendimento lordo del 3,618%, mentre quello con scadenza decennale si trova a quota 4,189%.

Non sono previsti tetti o riparti all’emissione mentre sono state semplificate le modalità di sottoscrizione rispetto alle tradizionali aste. In tal senso, il nuovo Btp Valore potrà essere acquistato dai piccoli risparmiatori retail senza commissioni, a partire da un minimo investimento di 1.000 euro.

Tassazione agevolata

Anche per il Btp Valore si applica sul rendimento la consueta tassazione agevolata per i titoli di Stato pari al 12,5% e l’esenzione dalle imposte di successione, su cedole e premio fedeltà. Inoltre, sarà come sempre possibile per i sottoscrittori cedere interamente o in parte il titolo prima della scadenza.

La sottoscrizione sarà possibile recandosi in banca o alle poste in cui si detiene un conto titoli, ma anche attraverso il proprio conto online, se abilitato alle funzionalità di home banking.

Come per tutti i bond, anche il collocamento di questi nuovi Btp avranno luogo sulla piattaforma MOT, il mercato telematico delle obbligazioni e titoli di Stato di Borsa Italiana, per il tramite di due banche dealer: Intesa San Paolo e Unicredit.

Un confronto tra Btp Valore, Btp Italia e Btp Futura

Le caratteristiche principali del nuovo Btp Valore sono nella sostanza molto simili a quelle dei Btp Italia e dei Btp Futura, con il Tesoro che lavora a nuovi strumenti per fidelizzare sempre più i risparmiatori retail, anche se non mancano le differenze. Vediamole nel dettaglio. La prima fondamentale differenza riguarda la durata dell’investimento:

  • il Btp Valore ha una durata di 4 anni;
  • il Btp Italia ha scadenza a 5 anni;
  • il Btp Futura presenta una durata più lunga: 8 anni.

La seconda importante distinzione riguarda l’indicizzazione, infatti, se nel caso dei Btp Italia il tasso è influenzato dall’inflazione italiana, i Btp Futura (emessi soltanto tra il 2020 e il 2021) sono legati alle performance dell’economia italiana.
Al contrario, i nuovi Btp Valore non abbiamo nessuna indicizzazione nè all’inflazione nè al Pil, anche se per valutarne l’effettiva convenienza dovremo attendere fino il 1 giugno.

Il premio fedeltà è una caratteristica comune a tutte le tre tipologie, anche se nel caso del Btp Futura la sua entità varia a seconda della crescita del Pil nominale italiano, mentre per il Btp Italia e il nuovo Btp Valore il premio fedeltà sarà corrisposto se il risparmiatore porterà sino a scadenza il titolo obbligazionario.

Investimento con orizzonte di lungo periodo

L’obiettivo con cui è stato emesso questo nuovo titolo di Stato è quello di soddisfare la crescente richiesta delle famiglie di impiegare i risparmi in asset ritenuti storicamente più “sicuri” e allo stesso tempo remunerativi. Tuttavia, bisogna considerare che i Btp sono adatti solo a coloro che hanno un lungo orizzonte temporale di investimento, di almeno 4 anni.

Infatti occorre precisare che, per evitare di incappare in possibili perdite di valore dell’investimento iniziale, sarebbe meglio mantenere in portafoglio i Btp fino alla loro naturale scadenza. Ma non è un obbligo: in ogni momento, senza vincoli di tempo o penali di qualsiasi genere, puoi sempre scegliere di rivendere i Btp acquistati sul mercato. Ovviamente in questo caso il valore di vendita sostituisce quello di rimborso, dal momento in cui non aspetterai la scadenza e dunque non avrai modo di ricevere quel rimborso. Può darsi che questa operazione rappresenti una perdita, un guadagno, oppure nessuno dei due.

Facciamo un paio di esempi per comprendere meglio questo aspetto. Se il tuo Btp aveva un tasso di interesse maggiore di quello attuale, molte persone vorranno acquistarlo e di conseguenza saranno disposte a pagare una cifra più alta di quella a cui vengono negoziati i titoli delle nuove emissioni. Nel caso opposto, se il tuo Btp aveva un tasso di interesse minore di quello attuale, poche persone vorranno acquistarlo e dunque dovrai venderlo ad una cifra più bassa. In questo modo lo scarto tra il valore di acquisto e quello di rimborso pagherà all’acquirente quella minore cifra che incasserebbe con le cedole delle nuove emissioni.

Tornando a noi, l’attuale situazione di alta inflazione sta causando l’aumento dei rendimenti. Poiché i prezzi al consumo sono schizzati in alto su livelli che non si vedevano da molti anni, gli obbligazionisti si aspettano maggiori rendimenti per acquistare bond e sono disposti ad entrare sul mercato solo se i prezzi dei Btp sono più bassi rispetto al passato. Non dimentichiamoci che rendimento e prezzo viaggiano in direzioni opposte, quindi più il prezzo si abbassa, maggiore è il rendimento. Per farla breve, il prezzo di un’obbligazione è legato all’andamento dei tassi di interesse. Proprio in questo ultimo periodo, la Bce sta mettendo in atto una politica monetaria restrittiva per tentare di contenere la crescita dell’inflazione. Per esattezza, con l’aumento dei tassi di interesse da parte della Bce, il prezzo del titolo obbligazionario, il Btp nel nostro caso, scende e viceversa il rendimento sale. Ecco perché la vendita di un Btp (acquistato in asta di collocamento quindi alla pari) prima della sua naturale scadenza è quasi sempre sconsigliato perché nella maggior parte dei casi si incorrerebbe in una perdita di capitale. Se si aspetta fino alla scadenza, invece, il Btp viene rimborsato dallo Stato alla pari, ossia a 100.

Infine, non va mai dimenticato il principio della diversificazione, per cui non bisogna concentrare gli investimenti su uno stesso strumento.