Tornano le vendite sui mercati finanziari dopo che la Casa Bianca ha smentito di voler fare un passo indietro sulle misure coercitive contro gli investimenti e scalata di aziende cinesi in Usa. La guerra commerciale tra le due prime potenze economiche al mondo è tutt’altro che terminata. Il “Padrino” dell’analisi tecnica nel frattempo sostiene che l’azionario dei mercati emergenti stia mandando un allarme rosso. Ralph Acampora dice di essere sempre più preoccupato dall’andamento delle Borse di recente in particolare i Dow Jones e le piazze emergenti.
L’analista tecnico cita l’andamento del Dow Jones e del titolo di uno dei massimi giganti industriali Usa come un paio di campanelli d’allarme per l’andamento futuro delle Borse. Il paniere delle blue chip è sceso sotto la media mobile a 200 giorni per la prima volta dal 2006, mentre uno dei titoli più importanti tra quelli che compongono il listino – Caterpillar – ha subito una brutta battuta d’arresto lunedì scorso: è il giorno in cui le azioni sono entrate in territorio ribassista (vedi grafico qui sotto).

Sul Forex intanto continua il collasso dello yen, causato dalle manovre della banca centrale della Cina, che ha diversi modi per rispondere ai dazi di Trump, tra cui quello di svalutare la divisa nazionale. Pechino si prepara a una guerra commerciale a tutto campo e se dovesse ricorrere all’opzione nucleare, anche i Treasuries Usa – che la Cina detiene in grandi quantità – potrebbero essere colpiti. Non sono da considerare affatto immuni. Al momento i Bond scambiano contrastati in una seduta chiave per il debito governativo italiano: in calendario ci sono alcune aste importanti.

Oggi giovedì 28 giugno l’Italia emette infatti Btp a 5 e 10 anni, in quello che è un vero e proprio banco di prova della fiducia che i mercati ripongono nel paese, il quale a fine maggio ha visto lo spread salire sopra i 300 punti base un livello più del doppio della media del 2018. Secondo gli analisti si tratterà del test più importante per l’appetito degli investitori da allora, ossia da quando è rientrata la crisi istituzionale. Viste le paure di una Italexit, il cui spettro viene ancora agitato da qualche elemento della maggioranza di governo e parlamentare, gli investitori sono relativamente scettici.

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Tra gli altri mercati il petrolio sale di prezzo dopo che gli Usa hanno chiesto a tutti i paesi di non importare più barili dall’Iran, intensificando i timori legati a una carenza di greggio in un momento in cui la produzione del Venezuela è in caduta libera e dopo che Canada e Libia hanno interrotto le forniture.
I rialzi aiutano il comparto petrolifero con i titoli Saipem (+2%) ed Eni (+1%) che vengono premiati in Borsa. Il contratto sul Brent guadagna lo 0,3% a quota $76,56, mentre il future WTI avanza dello 0,2% in area $70,74.
Tra gli altri mercati il petrolio sale di prezzo dopo che gli Usa hanno chiesto a tutti i paesi di non importare più barili dall’Iran, intensificando i timori legati a una carenza di greggio in un momento in cui la produzione del Venezuela è in caduta libera e dopo che Canada e Libia hanno interrotto le forniture.
I rialzi aiutano il comparto petrolifero con i titoli Saipem (+2%) ed Eni (+1%) che vengono premiati in Borsa. Il contratto sul Brent guadagna lo 0,3% a $76,56, mentre il future WTI avanza dello 0,2% a $70,74.
I ribassisti sembrano avere preso il sopravvento nelle contrattazioni di Borsa, con le principali piazze europee che scambiano in rosso al momento. Il sentiment negativo pesa anche sul dollaro, ai minimi di seduta in are 109,69. I rendimenti dei Treasuries Usa decennali estendono i cali a -3 punti base, attestandosi al 2,847%, mentre i future sui tre principali indici della Borsa Usa sono sotto la parità.
I mercati azionari provano a reagire, rimbalzando dai minimi di giornata, ma il tono di fondo rimane negativo. I future sull’S&P 500, che ha un certo punto scambiavano in calo anche dello 0,8%, hanno dimezzato le perdite e ora cedono lo 0,4%. Il Dax tedesco scivola dello 0,2%, mentre al punto più basso di seduta cedeva lo 0,9%.
Il mercato continua a essere focalizzato sulle tensioni commerciali, ma il miglioramento dell’andamento è un segnale positivo in vista dell’apertura di Wall Street. Il rendimento dei Treasuries Usa a 10 anni è ancora in calo di tre punti base, al 2,847%.
Deutsche Bank scivola giù toccando un nuovo record alla borsa di Francoforte e trascina con sé le banche europee.
Stamani a pesare sulle piazze d’affari oltre alle continue preoccupazioni per le guerre commerciali che hanno trascinato le azioni cinesi più in profondità, ci si sono messe anche le banche europee.
Deutsche Bank – che sconta il necessario processo di ristrutturazione – si è trovata sotto una forte pressione che l’hanno vista crollare del 5% poco dopo l’inizio delle negoziazioni e scendere poi ad un nuovo minimo storico di 8,76 euro, che ha portato il suo tetto di mercato a soli 21 miliardi di dollari. Il calo della Deutsche Bank ha fatto scendere l’indice paneuropeo settoriale Stoxx Banks dell’1,8%, al livello più basso dal 2016.
Migliora l’andamento delle Borse dopo che la CNBC ha riportato le dichiarazioni di alcuni funzionari della Casa Bianca secondo cui Trump sarebbe pronto a fare un passo indietro e ricorrere a misure meno aggressivo per impedire alle aziende cinesi di acquistare quote di gruppi americani, specialmente nei settori tecnologici e più sensibili per la sicurezza nazionale.
Gli investitori, com’era prevedibile, hanno accolto positivamente la notizia e in un clima di maggiore distensione, stanno spingendo in rialzo i mercati azionari. A Londra, per esempio, il listino Ftse 100 ora guadagna lo 0,7% con i future sui principali indici della Borsa Usa che stanno recuperando anch’essi terreno.
I mercati finanziari potrebbero sprofondare nel caos quando il Regno Unito abbandonerà effettivamente l’Unione Europea: l’avvertimento viene dalla Banca d’Inghilterra, che ne parla nel suo ultimo report sulla stabilità finanziaria, la “financial stability review”.
Secondo la Banca d’Inghilterra la Brexit rimane il rischio principale per la stabilità finanziaria britannica, mentre gli altri rischi potenziali rimangono su livelli “standard”. Il sistema bancario del paese potrebbe aiutare l’economia nel caso di una “uscita disordinata” dal blocco europeo. Quanto allo stato di salute dell’economia britannica, il credito al consumo resta “rapido”.
A preoccupare la Banca centrale guidata da Mark Carney sono anche alcuni fattori di rischio esterno che sono “materiali” e stanno aumentando. Tra questi vengono citati i mercati emergenti, l’Italia e i livelli di indebitamento in Cina e negli Stati Uniti.
Wall Street ha aperto gli scambi in rialzo dopo che l’amministrazione Trump ha dichiarato che, anziché imporre dazi contro le imprese cinesi, farà ricorso a un pannello speciale per affrontare le minacce rappresentate dalle incursioni della Cina nelle tecnologie statunitensi. L’indice EuroStoxx 600 guadagna più dell’1%.
I principali indici della Borsa Usa avanzano, ma prima che la CNBC uscisse con le indiscrezioni i future perdevano mezzo punto percentuale. Due giorni fa gli Usa hanno fatto sapere che avrebbero imposto misure per impedire alle aziende cinesi di comprare quote con “tecnologie importanti dal punto di vista industriale” e strategico.
Il calo delle scorte settimanali di barili Usa più accentuato da quasi un anno ha dato un’ulteriore spinta al petrolio sui mercati. I contratti WTI, che già scambiavano saldamente sopra l’area 70,50 dollari al barile prima della pubblicazione dei dati, ora hanno oltrepassato i 72 dollari al barile. Il balzo del contratto ha ampliato il gap con i future sul Brent.
Dopo che l’API ha riportato una flessione netta delle scorte (-9,22 milioni di barili), il Dipartimento dell’Energia Usa DOE ha confermato l’andamento, certificando un calo di 9,891 milioni di barili, la flessione più marcata da settembre 2016. Per spiegare il calo sorprendente delle scorte di barili della scorsa settimana, basti pensare che la produzione è rimasta pressoché invariata, mentre le esportazioni sono salite ai massimi record.
I mercati azionari sono in difficoltà, mentre i Bond avanzano contrastati. Sul Forex lo yuan – indebolito dalle misure delle autorità cinesi volte a svalutare la divisa nell’ambito di una guerra commerciale e valutaria con gli Usa – rischia di subire la striscia di perdite più lunga della storia.
Sugli altri mercati si riducono intanto i guadagni del petrolio, con il contratto WTI che ieri aveva oltrepassato quota 72 dollari al barile dopo il calo inaspettatamente accentuato delle scorte di petrolio settimanali Usa. A pesare è anche la smentita della Casa Bianca sulle indiscrezioni della CNBC. Stando all’emittente Usa, alcuni funzionari Usa avevano confidato che Trump era pronto a fare un passo indietro sul divieto di scalata di gruppi americani che sviluppano tecnologie sensibili per la sicurezza nazionale, imposto alle aziende cinesi.
Le Borse europee e i future sui principali indici della Borsa Usa rimbalzano in attesa di conoscere le cifre sul PIL Usa. In difficoltà invece Asia e mercati emergenti in generale. Il quadro dell’azionario:
L’andamento dei mercati azionari continua a essere volatile, con le paure legate a una potenziale guerra commerciale tra Cina e Usa che pesano sul sentiment degli operatori. La Borsa inglese, sostenuta dal calo della sterlina, cede meno delle concorrenti europee (meno 0,35%), quella tedesca lascia sul campo l’1,44%, mentre quella francese perde lo 0,83%.
L’ingresso prepotente di Amazon nel mercato farmaceutico con l’acquisto di PillPack per 1 miliardo di dollari grava sul settore a Wall Street, ma i rialzi di finanziari e tecnologici sostengono l’indice S&P 500 (piatto al momento in area 2.698,69). Il Dow Jones perde lo 0,22% a 24.064,19 punti, mentre il Nasdaq scivola dello 0,09% attestandosi a 7.438,11 punti.
La Borsa di Londra ha chiuso poco mossa (-0,08%) a quota 7.615,63, facendo decisamente meglio delle altre piazze europee grazie alla debolezza della sterlina.
Il Dax ha ceduto l’1,39% a 12.177,23 punti.
Il Cac ha chiuso in calo dello 0,97% a quota 5.275,64.
Il FTSE MIB ha lasciato sul campo lo 0,58% a 21.432,34 punti.
L’Ibex ha subito un ribasso dello 0,72% a 9.589.
A Wall Street, il Dow Jones cede lo 0,05% in questo momento.
Dopo un avvio in timido rialzo i mercati azionari tornano a cedere terreno con le tensioni commerciali che si fanno sentire sull’umore dei trader. I future sull’S&P 500 ora sono in calo di mezzo punto percentuale e i rendimenti dei Bond Usa decennali sono sui minimi di giornata (meno due punti base al 2,855%). Sul Forex il dollaro è sceso ai livelli più bassi di seduta di 109,73 yen.