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Borse mondiali a picco dopo il discorso di Bernanke. Due semplici appunti per gli investitori

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MILANO (ADVISE ONLY) – Primo. Quello che è avvenuto ieri nelle Borse mondiali probabilmente non doveva avvenire, per dirla in pochissime parole, ha poco senso. PerchĂ© non ne avrebbe? PerchĂ© ogni classe di investimento, indiscriminatamente, è stata venduta. Di solito, quando si vende, anche massicciamente, c’è sempre qualcosa che sale che risulta decorrelato, magari perchĂ© considerato un bene rifugio. Ieri no, non è accaduto. Ieri vendite di qualsiasi cosa.

Speculazione? Forse. Ma anche un preciso segnale. Considerando che non tutti gli operatori sono geni della finanza e molti operano solo vedendo cosa fanno gli altri, l’azione di ieri sui mercati mondiali ha un’interpretazione piuttosto chiara: paura dell’ignoto.

I mercati pretendono chiarezza e quando non ce n’è, vanno a gambe all’aria, assumendo automaticamente il peggio (è nella natura umana).

Cosa non è chiaro? Che la FED allenti gli acquisti attraverso il QE (strumento di politica monetaria aggressiva)? No, questo è chiarissimo. Quando? Altrettanto chiaro, basta seguire la “Evans Rule” (raggiungimento del target: 6,5% di disoccupazione, intorno al 2% di inflazione) per avere un’idea.

Allora… cosa non è chiaro?

Non è chiaro cosa succederĂ  dopo che la FED avrĂ  chiuso i rubinetti. Ci sono migliaia di teorie ed opinioni al riguardo, ma la salita dei mercati, finora, era stata troppo rapida (non ai ritmi di una bolla, ma decisamente veloce), e gli Dei della Borsa vogliono testare la nostra/vostra pazienza con una gran bella correzione (fisiologica, purchĂ© la speculazione non prenda il sopravvento). Opinione personale dello scrivente è che, guardando allo S&P500, come fanno tutti, tra qui e 1.500 punti ci fermeremo. Nel frattempo le finte paure si saranno calmate, ci si accorgerĂ  che l’America, anche se non correrĂ , potrĂ  camminare da sola e che le azioni saranno ancora il migliore investimento (se sei disposto ad accettare il rischio). Fino ad allora, non essendo sciocchi, forse è meglio consigliare prudenza.

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Secondo. In Cina c’è qualche problema di troppo, quanto meno per gli affamatissimi standard degli occidentali abituati a vedere questa Nazione crescere impetuosamente da anni. Ovviamente, siccome (come esseri umani) tendiamo agli atteggiamenti miopici, pensiamo che ciò duri indefinitamente.

Non è vero, nĂ© possibile. Neanche una nazione come la Cina, che 30 anni fa usciva da uneconomia medioevale, può crescere in doppia cifra per sempre. Il rallentamento – fisiologico e dovuto – c’è, è in atto e magari durerĂ . Vederla differentemente significa impaurirsi per niente e non ragionare, offrendo il fianco a paura e speculazione al ribasso, cose che al mercato piace per fare male ai piccolo investitori (che inspiegabilmente continuano a comportarsi nello stesso modo).

La Cina è attualmente impegnata in una “lotta” tra le banche e la PBOC (la banca centrale cinese).Quest’ultima sta drenando liquiditĂ  in eccesso dal sistema in maniera tale da mettere il fiato sul collo alle banche. Troppa liquiditĂ , gestita male, può essere dannosa (è l’accusa fatta alla FED per il QE…), ma in Cina sanno il fatto loro. É ovvio che questa difficoltĂ  della locomotiva del mondo, in un momento come questo – gonfiata dalla stampa – è stata l’altra scintilla che, accoppiata alle finte paure creata ad arte intorno alla FED ed alla sua scontatissima decisione, ha aperto i rubinetti delle vendite e della paura.

Anche qui suggeriamo prudenza e, per chi s’interessa del gigante asiatico, invitiamo a seguire ciò che dice la PBOC, più che i dati di mercato. La verità, visto che la Cina è un regime (non dimenticatelo mai!), si cela nelle pieghe dei comunicati.

Approfondiamo l’argomento all’interno della Community di Advise Only. Mi trovate cliccando qui: Alessandro Ruocco.