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Borse: il futuro del fintech è oggi

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a cura di Michiel van Voorst, portfolio manager di Robeco

La crisi da Covid-19 ha causato una brusca correzione dei mercati azionari, e mentre ci adeguiamo alla nuova realtà, possiamo osservare alcuni chiari vincitori. Aree quali pagamenti cashless, e-commerce e pagamenti digitali, che richiedono la tecnologia finanziaria, stanno registrando una crescita accelerata.
Con la crisi, il futuro sta semplicemente arrivando più velocemente. La tendenza ad abbandonare il denaro contante per passare ai pagamenti elettronici e digitali era già consolidata, ma a causa della pandemia abbiamo assistito ad un’accelerazione.
Ad esempio, VISA ha menzionato in un recente aggiornamento di avere rilevato nei pagamenti digitali una crescita pari a due anni, nei soli mesi di marzo e aprile. Allo stesso modo, PayPal ha confermato che la crescita dell’e-commerce è sostanzialmente in anticipo di due o tre anni. Anche nella nostra vita quotidiana possiamo renderci conto dell’aumento degli ordini online e dell’uso di pagamenti contactless nei negozi. In altre parole, sempre più persone si avvalgono in misura maggiore del fintech nella propria routine quotidiana.

Anche le aziende di adeguano

Questi cambiamenti non emergono solo sul fronte dei consumatori, infatti abbiamo visto qualcosa di simile anche nel mondo delle aziende. Le società sono state costrette dalle circostanze a fare rapidi cambiamenti e a spostare la loro attività online. Molte hanno utilizzato il fintech, in quanto i tradizionali istituti finanziari non hanno le capacità informatiche necessarie per supportare il cambiamento. Tutto ciò ha rafforzato il settore fintech agli occhi degli utenti ed è per questo che possiamo affermare che il futuro di questo settore è in rapida crescita.

Come sempre, la crisi crea anche opportunità, abbiamo sfruttato questo periodo di volatilità per confermare le nostre convinzioni. Ad esempio, abbiamo aumentato la nostra esposizione alle società di gestione delle borse, che apprezzavamo già prima della crisi poiché beneficiano di tendenze strutturali alla digitalizzazione degli scambi.
Inoltre, nel contesto attuale, le borse beneficiano di una maggiore volatilità grazie agli elevati volumi di scambio e quindi forniscono una parziale copertura nei periodi di incertezza. Siamo inoltre più cauti nei confronti delle aziende che definiamo “facilitatori”, ovvero quelle società che offrono consulenza e soluzioni software per aiutare le aziende a prepararsi al futuro.

Ci aspettiamo una pressione sui budget IT discrezionali e quindi abbiamo ridotto l’esposizione ai fornitori di consulenza e software. Abbiamo tuttavia aumentato l’esposizione delle nostre partecipazioni nel settore della sicurezza informatica, che riteniamo possano essere avvantaggiate in un mondo che si sposta sempre più verso l’online e il cloud.
Infine, abbiamo sfruttato la correzione per iniziare ad aumentare lentamente la nostra esposizione ai mercati emergenti per intercettare il prossimo miliardo di utenti fintech situato nei mercati emergenti, in particolare in Cina, Brasile e India.

Le opportunità di investimento nel settore fintech

Nel complesso abbiamo costruito un portafoglio ben diversificato con un’esposizione ai diversi trend fintech (pagamenti, cybersecurity, trading elettronico, inclusione finanziaria).
Riteniamo che le nostre società possano offrire un tasso di crescita annuo composto del 15% e, dopo il recente selloff, le valutazioni sono scese a livelli molto interessanti. Anche dopo il rimbalzo di aprile e maggio, crediamo in un ulteriore incremento, poiché le prospettive di base non sono cambiate, ma sono addirittura migliorate.

Crediamo inoltre che anche le operazioni di M&A riprenderanno. Abbiamo assistito nel 2019 e all’inizio del 2020 a grandi fusioni ed acquisizioni nel settore fintech. In primo luogo abbiamo visto leader di settore fare ricorso all’M&A per aggiungere capacità ed estendere o difendere il proprio vantaggio. In secondo luogo, in mercati più competitivi abbiamo notato che alcune fusioni sono volte ad aumentare la portata e le sinergie. Una volta che le economie ricominceranno a trovare una base solida dalla quale ripartire, pensiamo che il ciclo di M&A riprenderà.

Particolarmente interessante è il settore dei pagamenti europeo che, rispetto agli Stati Uniti, è molto più frammentato, e nel quale i recenti cambiamenti normativi stanno facilitando le acquisizioni transfrontaliere. Prevediamo quindi un ulteriore consolidamento nel Vecchio Continente nei prossimi 12-18 mesi, mentre i leader del settore continueranno ad aumentare le loro capacità. Infine, anche le grandi piattaforme tecnologiche stanno ampliando le proprie competenze in questo ambito, ragione per cui ci aspettiamo un incremento delle attività di M&A.

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad elevate quotazioni per le società del fintech, talvolta definite “unicorni”. Questa realtà caratterizza di più lo spazio privato rispetto alle società quotate nelle quali investiamo. La crisi attuale sta effettivamente comportando un test di integrità per i mercati, e questo è un fatto positivo in quanto porrà maggiormente l’accento sulla necessità delle imprese di produrre profitti, e mostrerà una chiara direzione in tal senso.
Nel nostro portafoglio facciamo grande attenzione a questo aspetto, e lo consideriamo uno strumento di protezione da valutazioni eccessive. Ci aspettiamo che il mercato delle IPO riaprirà nuovamente, soprattutto negli emergenti, dove alcune importanti società private stanno valutando l’ingresso in borsa.