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Borse: Cina ai minimi del 2018, Sudamerica al top grazie al petrolio

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L’indice della Borsa di Shanghai (CSI 300) è calato di più dell’1,6% in giornata, aggiornando i minimi di febbraio e attestandosi sui livelli più bassi dell’anno. È un dato importante dal momento che i mercati azionari globali hanno una correlazione molto forte con le Borse cinesi. Se confrontato con il listino CSI 300 in dollari, l’indice KLSU Americas mostra una corrispondenza elevata, dell’80%. Questo significa che la Borsa cinese ha per più di due terzi lo stesso andamento dell’azionario del mondo industrializzato americano. Anche se si fa un paragone con Asia ed Europa, i risultati sono equivalenti. L’Asia industrializzata si trova già ai minimi del 2018, pertanto l’andamento della Cina offre una conferma di una rottura al ribasso dei supporti.

Guardando ai mercati in via di Sviluppo si notano un paio di divergenze interessanti. Se confrontato con l’azionario cinese, l’indice dei mercati emergenti KLSU EM EMEA si comporta in maniera del tutto simile, con le Borse che tendono verso il basso. La regione che invece non sta seguendo il trend ribassista è il Sudamerica. Il rapporto di correlazione è il più basso tra tutte le aree emergenti, con l’indice KLSU EM Americas in aumento di oltre il 7% da inizio anno (se la prova viene misurata in dollari), il risultato migliore tra tutte le Borse mondiali a dimostrazione di come l’incremento dei prezzi del petrolio spinge gli investitori a favorire l’azionario e l’obbligazionario dell’America Latina. Chi non può aver accesso diretto ai bond sudamericani, può guadagnare esposizione al settore puntando sul fondo ETF Van Eck JP Morgan EM Local Currency Bond (EMLC).